Biondi Santi il “re” delle Guide enoiche d’Italia

Il re dei vini di Montalcino? È il Brunello Tenuta Greppo Riserva 2010 di Biondi Santi; è l’unico che riesce a mettere d’accordo ben 5 guide nazionali su 8 sui migliori vini italiani del 2017. Incrociando le maggiori guide italiane che valutano i vini, “I vini dell’Espresso 2017”, “Guida Vini d’Italia” del Gambero Rosso, “Vini di Veronelli 2017”, “Bibenda 2017”, Cernilli, Slow Wine, la Guida di Ais-Associazione italiana sommelier e la “Guida dei Vini Italiani” di Luca Maroni, viene fuori che quello di Biondi Santi è l’unico vino a mettere d’accordo così tanti critici.
Nel’incrocio delle guide dei migliori vini italiani, a seguire c’è poi il Brunello dell’azienda che ha portato il vino di Montalcino nel mondo: Castello Banfi, che, con Poggio all’Oro Riserva 2010, mette d’accordo 4 guide; 4 menzioni le porta a casa però anche il Brunello di Montalcino 2011 de Le Potazzine, azienda che si è fatta conoscere e apprezzare molto negli ultimi anni; stesso numero di premi il “Cerretalto 2010” di Casanova di Neri, cantina che è stata anche al primo posto della “Top 100” di Wine Spectator; poi, sempre con 4 premi, ci sono il Brunello di Montalcino Riserva 2010 di Canalicchio di Sopra, azienda che si sta facendo apprezzare a livello internazionale e il Brunello di Montalcino “Vigna Schiena D’Asino 2010” di Mastrojanni, guidata da Illy, uno degli imprenditori più illuminati del panorama italiano.
“È una grande soddisfazione e un onore per me – ha spiegato Jacopo Biondi Santi alla guida della Tenuta Il Greppo Biondi Santi – ricevere l’apprezzamento di esperti di questo calibro. La Riserva 2010 è, come la 2015, espressione della mia esperienza e della mia carriera. Arriva oggi, con questo risultato, una conferma importante che mi dice che la direzione che ho intrapreso, attraverso la ricerca ed i miei studi sulla zonazione, è quella giusta”.
Ci sono poi vini che hanno comunque avuto consensi favorevoli in ben 3 guide, come il Brunello Riserva 2010 e il Brunello 2011 di Poggio di Sotto, il Brunello 2011 di Salvioni – La Cerbaiola, il Brunello “Phenomena” Riserva 2010 di Sesti, il Brunello 2011 di Le Chiuse, il Brunello “Madonna delle Grazie” 2011 di Marroneto, il Brunello Riserva 2010 di Tenuta di Sesta, il Brunello Riserva 2010 di Uccelliera e il Brunello “Ugolaia” 2010 di Lisini.
L’incrocio delle guide, anche se può sembrare un esercizio di stile, è, invece, l’unico strumento utile per avvicinarsi all’oggettività. Il fatto che un vino riesca a ricevere molti apprezzamenti da “giudici” differenti è sintomatico per far capire quanto un vino è davvero buono.