Montalcino tra le mete top del turismo enogastonomico secondo Forbes

“È un riconoscimento importante per il nostro territorio, per l’impegno che i produttori di Brunello e di tutto il “Sistema Montalcino” profondono nel proprio lavoro, apportando crescita a tutta la comunità e tutelando, al contempo, l’ambiente”. Con queste parole il direttore del Consorzio del Brunello Giacomo Pondini commenta la presenza di Montalcino nella riservatissima lista delle sei mete imperdibili per gli amanti del turismo enogastronomico, stilata dal magazine Usa Forbes, che ha usato come parametro il connubio di tre proprietà fondamentali: paesi graziosi, paesaggi (con vigneti) mozzafiato e ottime annate di vini. “Siamo sempre contenti quando viene riconosciuta la qualità dei nostri prodotti e del nostro paesaggio – spiega il presidente del Consorzio Patrizio Cencioni – a Montalcino siamo rimasti quelli di sempre, abbiamo mantenuto il territorio com’era una volta. Viviamo qui e forse a volte non ci rendiamo conto della bellezza che tutto il mondo ci invidia”.

Nella lista, in un politically correct ex aequo, figurano tre italiane e tre francesi. Oltre a Montalcino, col famoso Brunello (definita da Forbes come un’unione perfetta di bellezza del borgo medievale, carico di storia e tradizione, e di cantine e wine bar, in cui degustare i loro fiori all’occhiello, sia tra i vicoli del centro storico sia immersi nella natura e le colline), compaiono anche Montepulciano col Nobile e Montefalco, in Umbria, patria del Sagrantino.

Forbes cita anche le aziende che hanno il merito di aver “fondato” il territorio, o comunque contribuito al suo riconoscimento di territorio del vino, come Biondi-Santi a Montalcino e Arnaldo Caprai a Montefalco.

Anche i cugini d’Oltralpe in materia di località del vino ne sanno parecchio: nemmeno qui stupisce che Forbes abbia scelto, tra le mete top per gli enoturisti, le tre Regioni simbolo dell’enologia francese, Bordeaux, la Loira e la Provenza, rappresentate rispettivamente da Saint-Émilion, Sancerre e Cassis.