Al Consorzio con D’Agata, Mecoli e Kamarianakis a degustare il Rosso 2012

Giornata di degustazioni, oggi, al Consorzio del Brunello, ed il protagonista è stato il Rosso 2012. “Montalcino non ha mai fatto vini migliori: freschi, leggeri, leggiadri e peperini che invitano ad esser gustati, ed il Rosso 2012, un grande vino, ne è la dimostrazione tangibile. Aromi e sapori di ciliegia rossa acidula, ma anche di liquirizia, violetta, tabacco e tè nero mentre sono quasi completamente assenti sentori di cacao, caffè, peperone, catrame e alice che eravamo abituati a sentire. A volte si sentono note alcoliche pronunciate ma questo è dovuto all’annata molto calda. Nel complesso un’ottima annata per il Rosso di Montalcino”. Questo il giudizio di Ian D’Agata, responsabile per i vini italiani della “International wine cellar” di Stephen Tanzer e responsabile della Vinitaly International Academy, un’iniziativa educazionale rivolta agli operatori del settore all’estero con l’obiettivo di approfondire la conoscenza del vino italiano ed aiutare così le etichette tricolore a farsi largo sui mercati esteri. Insieme a lui, a degustare, ospitati dal Consorzio del Brunello, i Rosso di Montalcino 2012, anche Andrew Mecoli Retail Manager per l’Ambasciata degli Usa in Italia e Emmanuel Kamarianakis Minister-Counsellor presso l’Ambasciata del Canada in Italia, tutti estremamente entusiasti per la qualità dei vini degustati questa mattina.
“Il Rosso 2012 – Andrew Mecoli – spiega è l’interpretazione pura del territorio di Montalcino e non solo. Il Sangiovese ha, si può dire, con questo territorio, un “rapporto speciale”: è qui che sviluppa delle caratteristiche non solo uniche ma pure ed eccellenti che è impossibile trovare altrove. Questa è la bellezza di Montalcino e dei suoi vini”.
Ad andare oltre alla qualità del prodotto e a parlare di marketing e mercati è stato Emmanuel Kamarianakis che ha affermato: “trattandosi di un ottimo vino, il Rosso 2012 è un ottimo candidato per “sbancare” sul mercato mondiale e, in particolar modo, in Canada e negli Stati Uniti, non solo perchè questi due paesi ospitano una vasta popolazione di origini italiane e sa apprezzare i vini del Belpaese ma perchè è un prodotto molto conosciuto nel mondo e che sa farsi apprezzare da varie cultre. Ad aiutare c’è poi l’accordo di libero scambio tra Canada ed Europa, che dovrebbe estendersi anche agli Stati Uniti che potrebbe agevolare il mercato di questo vino”.