Tra cultura e impresa: il complesso di Sant’Agostino a Montalcino rinasce anche con il Consorzio del Brunello

Con un volume di 5000 metri quadrati, il duecentesco complesso di Sant’Agostino, tanto caro agli abitanti di Montalcino, sta per vedere, grazie ai finanziamenti ricevuti dalla Fondazione Bertarelli, dalla Regione Toscana e dai fondi del CEI (Comitato Episcopale Italiano) provenienti dall’Otto per Mille, il compimento del proprio risanamento conservativo e reintegro nel tessuto cittadino. L’intervento, iniziato nel 2013, la cui progettazione è stata affidata allo studio d’architettura Archos guidato da Edoardo Milesi, sin dal 2009 Presidente del Comitato Culturale della Fondazione Bertarelli, vedrà il proprio compimento quando la struttura, nel mezzo del centro storico, diverrà definitivamente anello di raccordo tra la parte più alta della città, dove si trova la Fortezza, ultimo avamposto della Repubblica di Siena contro Firenze, e la piazza del Palazzo Comunale.
Trasformare spazi inutilizzati in luoghi di relazione: questa l’idea alla base dell’attivazione di questo luogo che, rivitalizzato da attività e manifestazioni, si apre alla fruizione turistico-culturale.
Milesi, dall’alto della sua esperienza in architettura religiosa e riuso, spiega: “In un evento di architettura, il recupero deve essere funzionale al riuso con un programma di funzioni urbane necessarie e attese, per mettere l’edificio nella condizione di svolgere il suo nuovo ruolo senza perdere l’identità. Era importante rivitalizzare le risorse esistenti e aiutare le nuove energie a generarsi e liberarsi dalle potenzialità ancora nascoste. Il progetto di un processo e non di un oggetto.”
Il lavoro sono partiti dalla chiesa, risalente alla fine del 1200 e definitivamente completata nei primi decenni del 1300, e hanno visto, prima il consolidamento della copertura e della pavimentazione, poi l’opera sui preziosi affreschi, partendo dai più danneggiati dal tempo e dalle infiltrazioni, quali quelli delle navate laterali di scuola senese.
Per l’intera durata del restauro degli affreschi interni, la cui fine è prevista nel 2018 con il lavoro sull’abside, la chiesa di Sant’Agostino è luogo di un laboratorio aperto ai turisti e alla cittadinanza, senza impedirne l’utilizzo della chiesa per culto e concerti. Tra gli interventi ancora da realizzare sono previste opere sui paramenti murari esterni, con pulizia delle pietre e la stuccatura, oltre al restauro dei portoni in legno con sostituzione delle parti ammalorate.
Ma il recupero del complesso di Sant’Agostino non ha riguardato solo i suoi muri, ma anche la cultura che pulsava al suo interno. La comunicazione tra i due chiostri di impianto cinquecentesco, attorno ai quali si sviluppò il seminario vescovile, è stata aperta, al fine di facilitare lo svolgersi del percorso urbano attraverso il monumento e i locali ai piani alti dell’ex-seminario, che fino a poco prima dell’inizio del cantiere ospitavano la casa di cura per anziani, saranno trasformati in ostello. Vi trova spazio anche l’OCRA, Officina Creativa dell’Abitare, emanazione della Scuola Permanente dell’Abitare, incubatore culturale nascente in grado di offrire uno spazio aperto per seminari didattici, mostre, incontri ed eventi con artisti, fotografi, architetti, cuochi, designer, registi. Ma non finisce qui.
A fine 2016, il Consorzio del vino Brunello, grazie ad una convenzione trentennale con la Curia Arcivescovile di Siena e l’acceso ad un mutuo decennale da un milione di euro, vi troverà la propria sede operativa unica, avendo a disposizione uno spazio di 800 metri quadrati, da destinare a uffici amministrativi, sale di degustazione e di rappresentanza. Il Consorzio avrà inoltre la possibilità di usufruire dell’intero complesso per eventi, come Benvenuto Brunello a febbraio, occasione in cui le nuove annate di Brunello e Rosso di Montalcino vengono presentate.
Il Complesso, già luogo del Museo Civico e Diocesano, ospiterà anche uffici di consulenza per la promozione del territorio; residenze artistiche, l’accademia del gusto, e un caffè letterario. La speranza è che tutti i progetti messi in campo, nonostante il costo ingente per la riqualifica, non restino un’utopia e riescano ad andare in porto.