Vino portabandiera della Regione Toscana: parola di Klaus Davi

“La Regione Toscana è un vero e proprio Brand, un “marchio” immediatamente riconoscibile che nessun’altra Regione italiana può vantare. Gran parte di questo successo è dovuto al vino, uno dei prodotti che rappresentano maggiormente la tradizione della Regione e la caratterizzano a livello mondiale per la sua autenticità”. Questo il risultato di una ricerca svolta sulla stampa estera da Klaus Davi, illustrato nella prima seduta del cda di A.Vi.To, il “Consorzio dei Consorzi” dei vini toscani, nella sede della presidenza della Regione Toscana a Firenze. La ricerca è stata realizzata monitorando oltre 50 testate internazionali, tra le più autorevoli e prestigiose, negli ultimi 27 mesi, analizzando sia le citazioni che gli articoli dedicati ai vini toscani, catalogandoli e valutandoli a seconda del contenuto. Aggiornato a marzo 2016, l’Osservatorio mostra come numerosissimi sono gli articoli dalla stampa internazionale che spendono parole di elogio sul vino toscano, consacrando mostri sacri come il Chianti, il celebre Brunello di Montalcino, i “Supertuscan” o il Morellino di Scansano vere e proprie eccellenze del made in Italy nel mondo. Dal punto di vista della comunicazione, tra il 2014 e il 2015, la presenza del vino toscano sulle pagine delle principali testate straniere ha fatto registrare un aumento pari al 16,2%. Nello specifico, nel 2014 sono usciti 314 articoli, nel 2015,365. Un balzo in avanti che va fatto risalire principalmente a due fattori: l’Expo 2015, la grande manifestazione di Milano che ha avuto come tema portante il food e, per forza di cose, l’attenzione mediatica si è spostata sulla gastronomia e sul vino. Altro aspetto importante è che l’Italia, per il secondo anno consecutivo, si è distinta come primo produttore vinicolo al mondo, davanti alla Francia. La conferma di questa posizione ha fatto sì che la stampa estera si concentrasse ancora di più sul vino italiano, in particolare sulla produzione toscana, portabandiera del settore nazionale. I Paesi che in assoluto hanno mostrato più interesse al vino toscano nel 2015 rispetto al 2014 sono stati Germania e Inghilterra. I tedeschi chiudono con un +48,5%, gli inglesi con +41,1%. Saldo positivo anche per Stati Uniti (+12%), Spagna (+7,4%) e Austria (+3,1%). Uniche in controtendenza Francia (-2,7%) e Svizzera (-17%). Dal monitoraggio della stampa estera si evince che il Chianti (in tutte le sue sfaccettature di Classico, Rùfina e Chianti normale) è il vino più citato con il 27% delle citazioni, seguito dal Brunello di Montalcino (23%) che staccano di diversi punti anche i “Supertuscan” (16%), molto in voga negli ultimi anni. Più staccate eccellenze locali come il Vino Nobile di Montepulciano (9%), il Morellino di Scansano(6%), il Vin Santo (5%), la Vernaccia di San Gimignano (4%) e il Rosso di Montalcino (3%), fino ad arrivare alle citazioni di tesori nascosti come il Verduzzo (2%) e il Sovana (1%). Poche le critiche che la stampa estera rivolge al settore vinicolo toscano: sui 726 articoli totali individuati dall’inizio 2014 ai primi due mesi e mezzo 2016, l’Osservatorio evidenzia che sono solo 26 (3,5%) quelli negativi o che comunque non parlano in toni positivi del vino toscano. La stampa internazionale individua come aree di miglioramento la lotta alla contraffazione rispetto alla quale le autorità stanno agendo positivamente. Altro problema è quello dei cinghiali e degli ungulati più in generale, il cui aumento rappresenta una minaccia per i vigneti. Altra questione è rappresentata dai repentini cambi climatici che possono giocare brutti scherzi ai produttori vitivinicoli della Toscana. Dal punto di vista comunicativo, articoli stranieri sottolineano una visione un po’ antiquata del Chianti, che “non è abbastanza hipster per i sommelier”. Qualche sparuta critica per i prezzi delle bottiglie toscane, giudicate in qualche caso troppo care.