Dagli Etruschi alle stelle, passando per il Brunello e Rockefeller: la storia di Sesti e del borgo di Argiano

In origine fu un insediamento etrusco e poi romano, da cui deriva il nome (“Ara Jani” significa Altare di Giano, l’antico dio bifronte che guarda in direzioni opposte simboleggiando il passato e il futuro e che per questo ha dato il nome al primo mese dell’anno, gennaio, per rappresentare l’anno trascorso e quello nuovo in arrivo). Parliamo dell’antico borgo medioevale di Argiano, che ospita una chiesa dell’ottavo secolo ancora consacrata, la Pieve di San Pancrazio, e un castello duecentesco che faceva parte della linea difensiva meridionale della Repubblica di Siena (assieme ai castelli di Velona, Camigliano, Poggio alle Mura, Sant’Angelo, Castelnuovo dell’Abate…). 

La rinascita del borgo di Argiano risale al 1975, quando viene acquisito da una coppia di “forestieri”: Giuseppe Maria Sesti, cresciuto a Venezia ed esperto di astronomia e mitologia (ha scritto cinque libri, sia su antichi sistemi di calendario che sulla storia della Sfera Celeste), e sua moglie Sarah, inglese e allevatrice di cavalli. “Argiano era un posto sperduto, completamente abbandonato. Ci volle diverso tempo per liberarlo dai rovi”, ricorda Elisa, l’unica figlia ad aver seguito l’attività di famiglia. Gli altri due fratelli, Cosimo e Petroc, hanno scelto di diventare rispettivamente architetto e scultore e anche lei poteva dedicarsi ad altro. Cresciuta al Castello di Argiano, ha studiato in Italia, in Inghilterra e a Parigi e si è laureata in teatro e architettura classica a Londra. Poi, nel 1999, la scelta di tornare stabilmente a lavorare in azienda, di cui è attualmente condirettrice. “Ma i miei studi sono molto utili”, spiega. Per esempio nei disegni delle etichette, o nei progetti di restaurazione del castello.

Il vino non è entrato subito nella vita della famiglia Sesti. Giovanni, appassionato di opera lirica, dirige per trent’anni un festival dell’opera barocca a Batignano, frazione di Grosseto, e pubblica un libro, “Le dimore del cielo”, che tratta di tutte le civiltà antiche fino all’invenzione del telescopio. A segnare l’inizio della viticoltura è la grande gelata del 1985 che fa seccare tanti olivi secolari ed apre lo spazio ai vigneti, piantati nel 1990 (la prima annata di Brunello è la 1995). Gli ettari vitati sono 13, dei quali 4 a Brunello, 4 a Rosso di Montalcino e il resto tra Sangiovese, Sauvignon, Cabernet e Merlot. Delle 20.000 bottiglie prodotte, 4.000 sono di Brunello Riserva Phenomena, la cui etichetta cambia ogni anno ed è dedicata ad un particolare fenomeno astronomico. La prima, nel 1999, omaggia l’ultima eclissi del secondo millennio (11 agosto 1999), quella del 2010 riprende la congiunzione planetaria tra Marte e Giove. “Mio padre ha lavorato con l’Università di Siena per uno studio delle stelle, è una sua grande passione – dice Elisa Sesti – per questo, una volta finiti i lavori di riqualificazione del castello, vorrei con i miei fratelli fare qualcosa per lui. Pensavo a una stanza dentro il castello in cui poter vedere le stelle e ospitare la collezione di volumi sull’astronomia, sulla mitologia, sulla matematica. Una “libreria del pensiero” dove si può studiare questi libri”.

Un altro progetto è legato alla riscoperta e la tutela di varietà antiche di alberi da frutto, dai noci ai mandorli, dai peschi agli albicocchi: varietà a rischio estinzione perché poco produttive. Due anni fa ne sono stati piantati 170. Un lavoro agevolato anche dalla presenza di un lago artificiale, creato nel 2012. E poi non potevano mancare gli ulivi. Nella tenuta di oltre 100 ettari se ne contano un migliaio. “L’olio per noi è fondamentale quanto il vino. Gli ulivi qui ci sono sempre stati. Devo verificare, ma mi è stato detto che a Montalcino siamo al primo posto per produzione di olio prodotto e imbottigliato in azienda. Ne facciamo 25-30 quintali”.

La tenuta di Sesti negli anni ha ricevuto visite molto particolari. Come nel 2013, quando sulla carrozza del cocchiere bavarese Mennis arrivò David Rockefeller, banchiere statunitense ed ex direttore della JpMorgan Chase con un patrimonio che al momento della sua morte (marzo 2017) superava i 3 miliardi di dollari. “Dimostrò un grande interesse per il giardino di mia madre e per il Brunello – ricorda Elisa – aprii le annate 2002, 2004 e 2006. Assaggiò tutto, non lo fermava nessuno! Ma tante persone famose vengono abitualmente. Parliamo di musicisti, scrittori, filosofi, attori americani e inglesi di fama mondiale”. Tra di loro c’era Alan Rickman, famoso per aver interpretato Severus Piton nella celebre saga di Harry Potter.