Un giro alla Corte dei Venti tra un Brunello sopraffino e quegli oliveti secolari da scoprire

Una storia giovane ma con tante pagine già scritte. Per arrivare a capire quello che oggi è Corte dei Venti, piccola ma brillante realtà del mondo vinicolo di Montalcino, bisogna risalire al 1943 quando la famiglia Pieri acquistò il podere Piancornello. Il “fil rouge” è sempre stata la gestione familiare, il lavoro sincero e genuino, la semplicità espressa in un prodotto eccezionale e famoso nel mondo. Clara Monaci ha continuato a seguire gli insegnamenti della madre ma Corte dei Venti è una creazione sua, una ripartenza da zero (nonostante il background del passato) dove tassello dopo tassello è stato costruito un piccolo gioiello con una sua identità. E scusate se è poco, basti pensare che i primi vini firmati Corte dei Venti sono il Brunello di Montalcino 2007 e la Riserva 2006. In una manciata di anni un sogno si è trasformato in qualcosa di bello, di concreto e con solide basi per il domani. “Non nego che ci siano stati momenti difficili – spiega Clara Monaci – ma stiamo crescendo, le soddisfazioni non mancano così come i progetti. Ci tengo a ringraziare la mia famiglia e l’enologo Gabriele Gadenz. Siamo in una zona baciata dal vento che crea condizioni favorevoli per le uve, il nome Corte dei Venti nasce da qui, mi sembrava una definizione appropriata alla nostra territorialità”. La proprietà conta circa 15 ettari di cui 5 a vigneto (poco più di 2 ettari a Brunello, gli altri dedicati a Rosso di Montalcino e Sant’Antimo), ma la bellezza abbraccia anche i tre ettari di oliveti secolari da cui nasce un olio extravergine di oliva prelibato destinato alla vendita diretta ma che è stato scoperto, con successo, anche dalla ristorazione degli Stati Uniti.

La produzione di vino si attesta intorno alle 25.000 bottiglie con destinazione estero per l’85% (Usa in primis ma crescono i mercati orientali). La biodiversità fa parte di questa azienda che si trova nella parte sud di Montalcino, “nella zona delle ‘terre rosse’. La parte a seminativo – continua Clara Monaci – è di circa 5 ettari e abbiamo anche una piccola parte di boschivo. Pianteremo altri vigneti, il progetto prevede un incremento di un ettaro e mezzo ad Igt nell’arco di tre anni. E stiamo portando avanti uno studio per aumentare gli spazi della nostra cantina”. Un passo per volta, mattone dopo mattone, per consolidare un’azienda che punta in alto e che fa dell’accoglienza uno dei suoi punti di forza. Le degustazioni e le visite hanno infatti una importanza rilevante con la stanza dedicata alla scoperta dei pregiati vini che è un salotto elegante che ti fa immediatamente sentire a casa. E poi il rispetto per la natura che qui è fuori discussione. “Il biologico fa parte di noi da sempre anche se non siamo ancora certificati, vedremo in futuro”. Quel futuro dove un ruolo da protagonista, se vorrà, è dedicato alla giovane Elena, la figlia di Clara che è già abilissima con le lingue straniere e che sta imparando in fretta i segreti del mestiere dalla mamma. Il Brunello Riserva, prodotto solo nelle annate migliori, si chiama “Donna Elena” ed è dedicato a lei. Perché la storia è importante ma il futuro lo è ancora di più.