Castello Tricerchi, il Brunello e la bellezza: quando il blasone della storia apre le porte al futuro

Una realtà giovane ma che nasce da tanti anni di storia. No, non è un ossimoro perché in Castello Tricerchi c’è tutto questo: il blasone di una famiglia nobile che partecipò alle imprese militari di Siena e che poi, nel 1569, sotto il Granducato di Toscana e nominata dai Medici, ottenne anche l’amministrazione di Montalcino. Il Castello Tricerchi, completato nel 1441, non è solo un’opera maestosa ma rappresenta indissolubilmente il legame della famiglia con Montalcino. La storia dicevamo ma anche l’entusiasmo e la freschezza delle idee portate da Tommaso Squarcia, classe 1988, un passato da calciatore nelle giovanili della Juventus e studi universitari in Farmacia. Ma che ha iniziato pochi anni fa una nuova vita convinto dalle potenzialità uniche generate dall’incontro tra vino, architettura e natura. Passione, entusiasmo, voglia di migliorare: Tommaso, altro esponente della “nouvelle vague” del Brunello di Montalcino, insieme allo zio Emanuele Squarcia hanno dato una nuova identità all’azienda che vuole crescere sempre di più, forte di una mentalità vincente e di una energia inesauribile.

Castello Tricerchi fu edificato nel XIII secolo sulla Via Francigena a Montalcino dalla famiglia Altesi e completato nel 1441 dalla famiglia Tricerchi. La struttura, 6.000 mq complessivi, è un tipico esempio di architettura medievale a cassero rinforzato dove si possono rinvenire numerosi motivi decorativi attribuiti a Baldassarre Peruzzi. Nel 1982 Castello Tricerchi è stato dichiarato patrimonio storico-artistico italiano. Dal 1800 la struttura e le proprietà passano da Maddalena Tricerchi al primogenito Julio Squarcia, capostipite dell’attuale famiglia. “Un aspetto caratteristico del castello – sottolinea Tommaso Squarcia – è che ha mantenuto intatta la sua autenticità perché la famiglia ci ha sempre abitato. E anche la struttura originale si è preservata”.

La proprietà a Montalcino conta 150 ettari di cui 13 vitati (5 dedicati al Brunello, altrettanti al Sant’Antimo e 3 al Rosso di Montalcino) ma non mancano aree boschive e a seminativo. “La nostra storia agronomica è più recente, Emanuele nel 1995 ha piantato i primi vigneti per il Brunello di Montalcino, un lavoro che si è completato nel 2013. Con l’uscita del Brunello 2010, avvenuta nel 2015, si può dire che ha preso inizio il nuovo corso sebbene abbiamo anche vigneti storici”. Tommaso parla con molta attenzione dei dettagli, è umile ma anche orgoglioso di come sta andando avanti l’azienda che ha una fisionomia particolare. “Tutti i 13 ettari vanno a formare un anfiteatro, i vigneti sono qui nella loro totalità e ciò rispecchia anche la filosofia aziendale che esprime un forte legame con il territorio”.

Collocata nel versante nord di Montalcino, Castello Tricerchi beneficia di una zona fresca e di terreni ideali per la produzione di vino. In totale sono 60.000 le bottiglie annuali pronte per il mercato, 25.000 di solo Brunello. “Siamo ripartiti da zero, la crescita è stata importante e veloce. Il 60% della produzione è assorbito dall’export – continua Squarcia – stiamo aspettando i permessi per incrementare la quota vigneti fino a 16-18 ettari complessivi aggiungendone altri per il nostro Igt”. Questo è solo uno dei progetti per il futuro da cui non potrà essere escluso il Castello, cuore, simbolo e identità dell’azienda. “Continueremo a valorizzarlo con altre idee, le nostre visite e le degustazioni sono aperte 7 giorni su 7 e sulla “wine experience” ci puntiamo molto: facciamo visite private, la cura del cliente viene prima di tutto. Anche per questo abbiamo un organico di nove persone. Stiamo ripartendo sia a livello turistico che a livello commerciale – conclude Tommaso Squarcia – Montalcino è il polo italiano per eccellenza, sono sicuro che presto il turismo europeo e in autunno quello americano torneranno come e più di prima. Dobbiamo continuare a credere in quello che facciamo”. Parola di chi le sfide le ha affrontate e vinte con testa e cuore.