Con il lavoro, la passione e l’amore per la terra i sogni diventano realtà: Luca Brunelli e un gioiello chiamato Martoccia

Mettere le mani nella terra, progettare un presente che guarda con entusiasmo al futuro ma anche la convinzione che niente è impossibile quando si parte da zero con una valigia piena di buona volontà, sacrifici e sogni. Sì quei sogni che adesso sono una bellissima realtà con tante pagine importanti ancora da scrivere. Luca Brunelli, proprietario dell’azienda Martoccia, può andare fiero di quanto ha costruito fino ad oggi. Ma allo stesso tempo è il primo a sapere che in questo mondo non bisogna mai fermarsi, perché è necessario cogliere le opportunità quando si presentano ed essere pronti a intercettare le novità portate dalla modernità. Le occasioni dicevamo, come quella presa al volo da Brunelli negli anni ’90 quando colse l’opportunità di piantare i primi due ettari e mezzo di vigna. Nasce tutto da lì. “All’epoca studiavo ingegneria meccanica – spiega Luca Brunelli – era una fase di svolta ma decisi di restare qui, la vidi come un’opportunità di conoscere il mondo e condividere le cose. Non avevo cantina, terreni e trattori. Grazie all’attività familiare legata al movimento terra ci siamo potuti permettere i primi investimenti”.

Che non sono mai mancati negli anni ma sempre con quel gusto di fare le cose in prima persona, di sviluppare quell’anima artigianale tipica di chi le cose le vuole fatte bene e pazienza se occorre un po’ di tempo in più per realizzarle. Adesso Martoccia è molto più di un podere, gli ettari vitati nel territorio di Montalcino (in varie zone) sono 9, 16 quelli complessivi di terreno con oliveti e bosco che si inseriscono alla perfezione e che rispecchiano l’anima di Montalcino. Dal 2000 la storia si arricchisce di capitoli importanti: la costruzione della cantina, il primo vino in commercio che è il Rosso di Montalcino 2002 mentre il Brunello 2001 inaugurò la collezione delle annate del “re del Sangiovese”. “Dopo 11 anni ho visto entrare i primi soldi – continua Brunelli – la crescita dell’azienda è proseguita di pari passo con il mio impegno sociale sempre vissuto come un bisogno di condivisione con gli altri”. Brunelli ha partecipato costantemente alla vita di Montalcino ma non solo, perché ormai da alcuni anni ricopre la carica di presidente di Cia Toscana, la sua è infatti una voce autorevole del mondo dell’agricoltura. Lo sviluppo di un’azienda coincide con un arricchimento della propria visione lavorativa.

“Per me una svolta è stata quando ho assunto il primo dipendente. Una scelta in un primo momento difficile ma poi ho capito che è un grande valore aggiunto”. Oggi i dipendenti sono sei, la produzione dell’azienda Martoccia conta 100.000 bottiglie che toccano ben 45 mercati. Una dimensione internazionale data da un’attenzione e una presenza costante alle fiere e ad una robusta rete di contatti. Il risultato è che l’export ha superato il 90% ma negli ultimi anni l’obiettivo è anche di crescere ulteriormente nel mercato italiano. Tra i progetti che si sono consolidati ci sono quelli legati all’accoglienza: nel cuore del centro storico di Montalcino il B&B “L’Affaccio” permette di avere una vista sulla piazza principale del paese e per gli ospiti sono state studiate tante attività: dalle cooking class alle visite in cantina che puntano sempre più su una dimensione legata all’emozionalità e alla qualità. Perché è proprio la qualità uno dei tratti caratteristici della Martoccia: dal basso impatto ambientale (un esempio? la concimazione avviene con il letame di stalla) ad un rigoroso monitoraggio delle uve. E i risultati si vedono. Davvero niente male per chi era partito soltanto con un fazzoletto di terra e tante speranze.