Generosità, tocco femminile e un Brunello di nicchia: la storia di Donna Olga

L’azienda Donna Olga è il gioiellino della produttrice Olga Peluso Centolani, alla guida di  Centolani, società agricola che comprende Friggiali e Pietranera creata cinquant’anni fa dal padre, l’avvocato napoletano Giovanni Peluso, ma di fatto gestita da sempre da Olga. “Ero giovanissima, mi ero laureata a neanche 22 anni e passare da Napoli a Montalcino negli anni Ottanta non fu semplice. Vivevo da sola, ero l’unica ragazza. Per questo, nel 2000, i miei genitori vollero ringraziarmi con un omaggio: mi regalarono questa tenuta a sud-ovest di Montalcino, vicino Pietranera: 11 ettari vitati di cui 7 a Brunello e 50 di bosco”. Il nome dell’azienda è una dedica a sua nonna, conosciuta da tutti come Donna Olga. “Da almeno due secoli le donne della mia famiglia, ogni due generazioni, vengono chiamate Olga. Non so però se i miei figli vorranno continuare questa tradizione!”. I figli sono Gianmaria, laureato in Scienze politiche a Londra, e Federico, al secondo anno di Giurisprudenza ad Oxford. “Il vino lo “masticano” sin da bambini, uno ha lavorato in Fiaschetteria a Montalcino e l’altro alla cantina di Banfi. Sono molto attaccati al territorio, penso che continueranno su questa strada”.

Olga divide il suo lavoro tra Friggiali e Pietranera, che possiede assieme al fratello Davide, avvocato a Napoli, e Donna Olga, che “è la mia fucina di idee. Sperimento a livello di cantina: fermentazione in legno o in acciaio, utilizzo dell’anfora, invecchiamento superiore ai 2 anni e mezzo. Ricerco il gusto, l’immagine, la clientela. Non ho agenti, donna Olga è fatta di relazioni personali. In Italia il Brunello lo vendo solo in alcuni alberghi di lusso. All’estero ho dei mercati en primeur, come il Giappone e la Svizzera”. 30.000 le bottiglie annue di Brunello, a cui possono aggiungersi 3-4.000 bottiglie di Riserva. Ma accade raramente. “Per molti la Riserva è un vino particolarmente riuscito, per me deve provenire dal vigneto più vecchio. E oggi non posso dire che nelle mie proprietà c’è un vigneto di 50 anni”.

Ogni anno parte del ricavato della vendita del vino viene destinato a iniziative di solidarietà. “Il fatturato della prima annata, la 1997, è stato devoluto a Emergency. Ricordo che con mio figlio piccolo incontrammo Gino Strada e sua moglie ci regalò la bandiera della pace, una cosa che ancora mi commuove a ricordarla. Ho sempre cercato di strutturare un’azienda libera da vincoli di bilancio. Ogni annata, una parte del ricavato viene devoluto a un’associazione che scelgo con i miei figli. È successo con la Comunità di Sant’Egidio, con Medici senza Frontiere… Spero un domani di costituire una casa-famiglia per poter accogliere le persone in difficoltà”.

Tra le tante idee di Olga Peluso Centolani c’è quella di accompagnare, al classico Benvenuto Brunello, il tradizionale evento di febbraio che presenta a stampa, operatori e appassionati le nuove annate in uscita, anche una manifestazione che valorizzi i Brunello invecchiati. “Io il prodotto lo finisco sempre, ma so di aziende, anche piccole, a cui rimangono delle giacenze. Non ci dev’essere nessun tipo di imbarazzo, anzi. Uno dei pregi del Brunello è la sua longevità. Per questo penso a una manifestazione che esalti il concetto del vino di invecchiamento. Potremmo chiamarla, dico un nome giusto per dare l’idea, Bentornato Brunello”.