Una storia appena iniziata ma che ha già tanto da dire: l’azienda Gorelli è una piccola stella che brilla nella collina di Montalcino

Una storia iniziata da poco ma partita già con il piede giusto. D’altronde se ci sono esperienza, passione, voglia di fare ed ambizioni, le barriere non esistono e gli obiettivi si possono centrare sin da subito. Giuseppe Gorelli, enologo, il territorio e il mondo del Brunello lo conosce come le sue tasche. Un curriculum con tante esperienze alle spalle, consulenze enologiche e non solo, ed un sogno in testa: dare sfogo al suo amore per il vigneto con la creazione di un’azienda in modo da poter seguire in prima persona tutte le fasi, dalla potatura alla bottiglia finita. “Mi ero prefissato una data, il 2018. Tutto si è incastrato nel modo giusto, l’artefice della mia ripartenza è stato Maurizio Lambardi (anche lui produttore di vino a Montalcino ndr) da cui ho raccolto il testimone dei terreni in affitto”. Un passaggio di consegne sempre all’insegna della qualità e così l’azienda Gorelli, con i vigneti a disposizione, poteva iniziare il proprio cammino. Gli ettari vitati sono poco più di 6 a cui va aggiunto la superficie dove splendono i circa 400 olivi da cui nasce il sopraffino olio extravergine di oliva “Made in Montalcino”. Per quanto riguarda la produzione di vino al momento è limitata, ovviamente, soltanto al Rosso di Montalcino. “Per il Brunello – spiega Giuseppe Gorelli – bisognerà attendere il 2023. Per il Rosso 2018 ho prodotto 12.600 bottiglie e 200 di magnum. Il vino imbottigliato nel 2019 uscirà invece a giugno”.

L’azienda Gorelli ha le idee chiare, gli anni di lavoro alle spalle hanno portato ad una filosofia precisa tanto in vigna che in cantina. “La mia teoria è di estrema semplicità tanto nella fase fermentativa che in quella di affinamento. La qualità si fa nel vigneto e devo dire che questi, grazie a Lambardi, erano tenuti veramente bene. Il risultato è all’insegna della naturalezza con vini che hanno nella finezza e nell’eleganza i loro tratti distintivi. Non dimentichiamoci – aggiunge Gorelli – che anche il Rosso di Montalcino non è un prodotto banale”. E non a caso, quello che porta la sua firma, ha trovato già una personalità molto apprezzata all’esterno, come è testimoniato dai primi apprezzamenti ricevuti dalle guide specializzate ma anche da una star del cinema come Eli Roth che recentemente ha fatto visita all’azienda Gorelli che si trova nella zona nord-ovest della collina di Montalcino dove il Sangiovese è assoluto protagonista.

Ovviamente non mancano i progetti e le novità per il futuro, in attesa dell’esordio sul mercato, nel 2023, del Brunello di Montalcino. “Ho iniziato a fare un Igt che uscirà nei mesi di gennaio-febbraio del prossimo anno. Si tratta sempre di Sangiovese ma fermentato con il 30% di raspi, proprio come si faceva una volta. E nelle migliori annate, in futuro, ho già in mente di produrre il Brunello Riserva”.