La passione per il Sangiovese e un sogno “elegante” coronato con il Brunello di Montalcino: a Giodo c’è il mondo di Carlo Ferrini

Una storia di costante ricerca di eccellenza ma anche di amore per il Sangiovese che trova la sua massima espressione in un territorio glorioso e unico come quello di Montalcino. Ma Giodo è anche una storia di famiglia, ad iniziare dal proprio nome che è “un omaggio ai miei genitori, Giovanna e Donatello, ai quali devo tutto perché, anche se erano poveri, mi hanno fatto studiare: se oggi sono qui è merito loro”. Parola di Carlo Ferrini, colui che ha creato un’azienda tra le più brillanti e dinamiche dell’intero panorama enoico. La storia di Giodo a Montalcino inizia nel 2002 quando Carlo Ferrini identifica, dopo anni di ricerca, un primo ettaro da acquistare nella patria del Brunello. Oggi l’azienda conta circa 5,5 ettari vitati di cui 2,5 a Brunello. La proprietà si trova tra Sant’Angelo in Colle e Sant’Antimo, un luogo privilegiato per la viticultura perché incontra caratteristiche importanti a livello di esposizione, altitudine e tipologia di suoli.

Uno dei tratti distintivi di Giodo è che tutto è organizzato al meglio per produrre bellezza, lo si intuisce sin dal primo sguardo. Appena arriva a destinazione il visitatore viene accolto da una suggestiva fila di cipressi maestosi; intorno ai vigneti ed agli olivi da cui nasce l’olio toscano Igp, c’è un panorama mozzafiato che omaggia la collina di Montalcino facendosi accarezzare dalle forme del Monte Amiata. D’altronde a Giodo, dove si coltiva esclusivamente Sangiovese, c’è una filosofia precisa da seguire: “eleganza, eleganza ed ancora eleganza”, dice Ferrini, fiorentino purosangue con una lunga esperienza nel mondo del vino (la prima vendemmia risale al 1979) che lo ha portato ad essere tra gli enologi più apprezzati. Un’eleganza che secondo il fondatore di Giodo deve essere tout-court nel vino e quindi “va ricercata nei tannini, nell’ampiezza, nell’acidità, nella composizione ma anche nella bottiglia, nell’etichetta e nei tappi”. Un amore quello per Montalcino nato dalla voglia “di produrre un vino mio, in uno dei territori tra i più belli d’Italia. C’ho messo tutto me stesso e adesso insieme a mia figlia Bianca e ad un team molto giovane siamo soddisfatti. Quest’anno abbiamo utilizzato per la prima volta la nuova cantina, un passo importante che ci ha reso felici e contenti”. La produzione si attesta dalle 10.000 alle 12.000 bottiglie di Brunello di Montalcino e 10.000 bottiglie di Igt.

La straordinaria passione per il Sangiovese e per il mondo del vino, la cura certosina dei dettagli, le idee e la voglia di migliorarsi sempre e comunque Carlo le ha trasferite alla figlia Bianca che ha fatto studi importanti ed esperienze sul campo anche a New York. Adesso si occupa del commerciale ma  dove c’è bisogno di dare una mano lei è sempre presente. “L’amore del babbo per il Sangiovese ha trovato a Montalcino il coronamento di un sogno. Ci siamo subito trovati molto bene qui. La quota export assorbe il 70% della produzione, gli Stati Uniti ed il Nord Europa sono i nostri mercati di riferimento. Progetti per il futuro? Continueremo a lavorare in vigna su ogni minimo particolare e poi – conclude Bianca Ferrini – siamo concentrati sulla cantina che è operativa ma con alcune parti da definire come il punto vendita. Presto accoglieremo con grande piacere i visitatori in azienda”. Una curiosità, dietro all’etichetta di Giodo c’è una storia e un messaggio particolare: un omino stilizzato raffigura il Sangiovese e sostiene il mondo enologico perché a Montalcino è l’unico interprete della denominazione.