Dalla Baviera al Brunello di Montalcino: la storia de La Pieve e di Robert Baumann, l’avvocato vignaiolo

“All’inizio non avevo la minima idea di fare vino. Acquistai un podere a Montalcino per godermi le vacanze con la famiglia tra i meravigliosi paesaggi toscani. Poi, col tempo, il Brunello mi ha conquistato e sono diventato un produttore”. Robert Baumann, avvocato tedesco di Monaco di Baviera, racconta così la sua avventura a Montalcino iniziata nel 1986, quando con la moglie Bettina comprò dai Ciacci Piccolomini d’Aragona La Pieve, piccola tenuta vicino all’Abbazia di Sant’Antimo. “L’idea era legata al puro svago, al relax – spiega Baumann – poi Giuseppe Bianchini ci suggerì di piantare una piccola vigna per uso personale. Arrivarono i primi 3.000 metri, poi il vino, nel tempo, è diventato la mia passione. Pensate che prima, in Germania, bevevo solo birra e al massimo vino bianco. Adesso sono diventato un amante del Brunello”.

La Pieve conta oggi due ettari vitati di cui uno a Brunello e produce tre etichette: il Brunello, il Rosso di Montalcino e l’Igt Agave, chiamato così “perché la nostra proprietà è piena di agavi”, sottolinea l’avvocato bavarese. La produzione è molto bassa, appena 4.500 bottiglie totali equamente divise. “Ho superato i 70 anni, il mio è un hobby e non certamente un business. Vendiamo in Germania, in Svizzera e qui a Montalcino alla Fiaschetteria e all’Enoteca La Fortezza. La produzione si vende da sé, non c’è bisogno di fare marketing: perché è piccola e perché il Brunello è il Brunello!”.

Robert divide equamente il tempo tra Montalcino e Monaco, dove ha uno studio legale in cui lavorano anche la moglie, la nuora e la figlia Franziska, mentre gli altri due figli, Massimo e Dominic, hanno scelto altre strade (fisico il primo, chimico il secondo). Tutti, però, non mancano di venire a La Pieve, per dare una mano o per semplice divertimento.

L’azienda è a conduzione biologica da sette anni, e il motivo è presto detto, spiega Baumann. “Io sono il primo cliente, il vino lo faccio in primis per me. Quindi dev’essere un prodotto che mi piace”. Cosa ha apprezzato di più, Robert, da quest’avventura nel mondo del vino? “La connessione con la natura e con gli umani. Viene gente da tutto il mondo a bere il vino qui da noi. E poi l’ambiente. Ho incontrato persone gentilissime e ho coltivato grandi amicizie, specialmente a Castelnuovo dell’Abate. Mi sento come se fossi nato qui, come se fossi un cittadino di Montalcino”.