Da imprenditore edile a vignaiolo, in un’azienda costruita al 100% con le sue mani: la storia di Valter Pierangioli e di Santa Lucia

Fare vino a Montalcino è già di per sè un onore e una bella opportunità. Se poi i vigneti e la cantina te li sei costruiti da solo la soddisfazione è ancora più grande. La storia di Santa Lucia, azienda di Brunello sul versante sud-ovest di Montalcino, nasce nel 2000, quando l’imprenditore edile Valter Pierangioli pianta cinque ettari vitati su un terreno acquistato dieci anni prima. “Lo presi per costruire la mia  casa e godermi la campagna – racconta Pierangioli – la passione per il vino c’è sempre stata, perché lavoravo per le aziende agricole, costruivo cantine e a volte anche i vigneti. A un certo punto, nel 2005, ho dovuto prendere una decisione: Santa Lucia cominciava a portare via molto tempo. Stava iniziando la crisi dell’edilizia e scelsi di abbandonare la mia attività principale. O meglio, di ridurla, perché per dieci anni andai avanti senza più dipendenti, affidandomi di volta in volta a ditte esterne”. 

È nel 2015 che Valter diventa un vignaiolo al 100%. Gran parte dei 7 ettari totali, tutti a Sangiovese (4,25 a Brunello, 2 a Rosso di Montalcino e il resto a Igt), si trovano a Santa Lucia, vicino all’azienda Le Ragnaie, insieme alla casa di Pierangioli. La cantina invece è a 1,5 km di distanza, su un terreno in cui è cresciuto. “Lo comprò mio babbo, ci ho trascorso l’infanzia. Avevamo i polli, i maiali e i cavalli. L’acqua per accudire il bestiame la prendevamo dalla Fonte Cristiana, la sorgente che utilizzavano gli etruschi della fortezza di Poggio Civitella, che è a 200 metri. Il babbo era boscaiolo e vetturino, sono cresciuto con i cavalli. Li ho avuti fino a due anni fa, poi ho preso due asini per mantenere pulita una parte del bosco. Ma la mia intenzione è di riprenderlo, un cavallo”.

Casa, cantina, vigneti: tutto a Santa Lucia porta la firma di Valter Pierangioli. “È opera delle mie mani, ed è una grandissima soddisfazione. Alla fine, ho imparato anche a fare il vino”. Ogni anno vengono prodotti 200 ettolitri di Brunello e 150 ettolitri di Rosso di Montalcino “che corrispondono a poco più di 50.000 bottiglie in totale, ma non imbottiglio sempre. Alcuni anni mi dedico a vendere lo sfuso. La maggior parte va ad un importatore della Danimarca, il mio più grande mercato”.

Per il futuro, dice Pierangioli, “ho già un progetto: quello di spostare la rimessa attrezzi, attualmente vicino alla mia casa, nella zona della cantina, per fare un unico centro aziendale”. E magari continuare a divertirsi, e vincere, nel rally, la sua passione fin da ragazzino. “Nella vita ho sempre seguito le esigenze lavorative. A 40 anni mi sono detto: prima che diventi vecchio, voglio provarci. Per qualche anno sono stato campione italiano di rally su terra, adesso è da un po’ che sto provando a fare il campionato rally storico su asfalto. Non prenderò parte quindi alle gare di Montalcino”. Già, perché tra poco la terra del Brunello ospiterà il Tuscan Rewind (20-22 novembre), l’edizione n. 11 di una delle gare italiane di rally più amate, lungo le strade bianche delle Crete Senesi, in un paesaggio unico al mondo.