Un raggio di bellezza nella collina di Montalcino: Tenuta Luce, il gioiello di Lamberto Frescobaldi

Un mosaico di bellezza dove tutto è al proprio posto per raggiungere l’eccellenza. Benvenuti a Tenuta Luce, perla che brilla a sud-ovest di Montalcino nella Valdorcia patrimonio Unesco. L’azienda unisce, in un equilibrio perfetto, la nobile tradizione di una delle famiglie storiche del vino a livello mondiale, Frescobaldi, e la modernità intesa come sguardo sempre attento al futuro e volto far crescere a livello qualitativo quanto di eccezionale questa terra riesce a regalare. La tenuta conta 249 ettari complessivi, fra ampie superfici boschive, uliveti e gli 88 ettari di vigneti. Parliamo di un ambiente rimasto “intatto”, un trionfo di biodiversità. La luce brillante dovuta alla particolare esposizione, l’aria fresca e ventilata, la varietà dei suoli e delle altitudini rendono Tenuta Luce un luogo speciale e la direzione portata avanti non può che essere quella del rispetto di questa preziosa alchimia di elementi che messi insieme costituiscono un grande valore aggiunto. Un rispetto che continua fino in cantina, dove ogni passaggio viene svolto con la massima cura per la valorizzazione di quella preziosa armonia raggiunta in vigna.

Alla base della filosofia di Tenuta Luce vi è l’idea che il vino debba essere la più naturale espressione del luogo dove viene prodotto, oltre che delle caratteristiche specifiche delle uve da cui è ottenuto: il risultato di un perfetto equilibrio tra vitigno e territorio. Ogni intervento dell’uomo avviene in forma minimale e non invasiva, con il principale obiettivo di proteggere questa armonia. La storia di Tenuta Luce inizia nei primi anni ’90 con l’incontro di due grandi uomini del vino, Vittorio Frescobaldi e Robert Mondavi che scelsero Montalcino e unirono la propria conoscenza per perseguire la massima espressione di questo terroir tanto vocato in una chiave fortemente distintiva. Dal 2004, con la fine della partnership con i Mondavi, Lamberto Frescobaldi è al timone del progetto a cui oggi è dedicato un intero team che dà continuità a questa visione.

Un progetto di insieme in cui rientra anche la cantina, struttura ipogea ed ecosostenibile, pienamente integrata con l’ambiente circostante. Un “tempio sotterraneo”, sovrastato da un antico casale e da un curato giardino mediterraneo. Alla fine del percorso, dopo lo snodarsi delle stanze dedicate alla vinificazione, si arriva alla cantina storica, un ambiente rivestito in noce di canaletto, simile ad una biblioteca medievale, dove sono custodite, sin dalla nascita, tutte le annate di Luce e degli altri vini della Tenuta. Luce, un blend di uve Sangiovese e Merlot, oltre ad essere il primo vino prodotto a Montalcino è il prodotto icona della Tenuta. Nel corso degli anni la produzione si è arricchita con Lucente, la cui prima vendemmia risale al 1995, anch’esso blend di Merlot e Sangiovese; Luce Brunello, un omaggio alla tradizione di Montalcino che esordisce con la vendemmia del 2003 ed infine Lux Vitis, una distintiva interpretazione dello stesso terroir, che unisce al Cabernet Sauvignon una piccola parte di Sangiovese.

“Il nostro Brunello di Montalcino – spiega Lamberto Frescobaldi – è stato premiato tre volte con 100 punti, ci terrei che Tenuta Luce entrasse sempre di più nel cuore della gente come portatore di qualità e dell’immagine della bellissima zona di Montalcino. Abbiamo anche una visione un po’ futuristica: pur rispettando al massimo il Sangiovese al 100% in purezza che produciamo, vogliamo esaltare anche quelle zone dove si riescono ad esprimere vitigni straordinari come il Merlot ed il Cabernet. Abbiamo grandissimo rispetto per questo territorio, con il nostro esempio vogliamo dimostrare che si possono esprimere anche altre varietà di livello assoluto attraverso una attenzione agronomica e una visione dei prodotti sempre al top”. Con Montalcino la famiglia Frescobaldi ha da sempre un legame molto speciale. “Montalcino è quell’ambiente dove quando si arriva bisogna togliersi il cappello. Qui c’è veramente una vocazione fenomenale, la prima volta che arrivai era il 1974. Ricordo che queste colline erano semi-deserte, venivo a Castelgiocondo con il babbo, era una Montalcino diversa, c’era poca gente all’epoca. Torno sempre con grande rispetto per questo territorio e le persone che lo vivono, Montalcino per noi è il più bel fiore all’occhiello. Il futuro? Abbiamo quasi terminato la cantina – conclude Frescobaldi – stiamo definendo per quanto riguarda l’accoglienza dove punteremo ad offrire piatti raffinati ai nostri visitatori. E poi, ovviamente, fare un vino sempre migliore”.