Per il Brunello di Montalcino è comunque un 2020 da ricordare, nonostante tutto

Un inizio 2020 molto brillante, per Montalcino. A febbraio aveva ospitato giornalisti, operatori e appassionati per presentare una delle migliori annate di sempre, il Brunello 2015, e aveva visto assegnare cinque stelle alla vendemmia 2019, così come cinque sono i cerchi delle Olimpiadi che Milano e Cortina ospiteranno nel 2026, richiamati nella piastrella celebrativa firmata dal presidente del Coni Giovanni Malagò, presente a Benvenuto Brunello insieme ad altri personaggi celebri. Come Federico Buffa, uno dei più grandi storyteller italiani, che ha raccontato proprio il Brunello di Montalcino ma anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi, che ha tenuto una lectio magistralis sul rapporto tra bellezza, viticoltura, paesaggio e arte. Oppure Enrico Bartolini, lo chef più stellato d’Italia, che ha curato la Cena di Gala.

Un inizio sprint con le aziende di Brunello che, grazie anche alla minaccia dei dazi ventilata da Trump, avevano spedito diverse bottiglie oltreoceano, preannunciando vendite record. “La paura dei dazi – spiega il presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci – ha aiutato l’economia delle aziende che hanno spedito il vino nei mercati anticipando i tempi. I produttori, in accordo con gli importatori, hanno mandato le consegne già dai primi giorni di gennaio e questo è stato importante. Io poi sono una persona che vede sempre il bicchiere mezzo pieno, sono consapevole della forza di questa denominazione ed ho avuto sin da subito la certezza che i mercati avrebbero risposto bene, cosa che poi è realmente accaduta”.

L’arrivo del Covid ha sconvolto il mondo intero, bloccando o rallentando interi settori economici e facendo, di conseguenza, annullare i grandi eventi internazionali, tra cui Vinitaly. Un duro colpo anche per il Brunello, vino venduto e bevuto in tutti i Continenti ed esportato al 70% e per un territorio che rientra di diritto tra le mète enoturistiche più rinomate d’Italia. Ma, nonostante tutto ciò, la denominazione ha resistito, fedele al proprio blasone che l’ha vista essere nel 1980 Docg d’Italia, di cui proprio nel 2020 si sono festeggiati i 40 anni da quella storica conquista. “Il successo del Brunello di Montalcino – continua Bindocci – non è fortuna ma è un lavoro che il Consorzio porta avanti da oltre 50 anni. Tutti insieme abbiamo seminato bene e ora raccogliamo i risultati. Le classifiche internazionali, ad iniziare da Wine Spectator che ha premiato il Brunello di Montalcino 2015 Le Lucére di San Filippo come terzo vino assoluto e primo italiano, ne sono una conferma. Siamo soddisfatti e lo dico a livello complessivo perché stiamo costruendo qualcosa di importante a livello qualitativo. Voglio citare il lavoro che viene fatto dalla Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino, perché per noi il vino è fondamentale ma ci sono tante altre ricchezze come il tartufo, l’olio, il miele, lo zafferano”.

Ricchezze straordinarie sempre più centrali nei progetti del futuro e che, sottolinea Bindocci, “ci impegniamo a far crescere sempre di più perché il nostro territorio va in direzione della qualità e questo lo abbiamo visto anche negli eventi, penso ad Eroica Montalcino oppure al Jazz & Wine, tanto per fare due esempi”. Eventi che hanno contribuito alla rinascita estiva di un territorio che ha visto un boom turistico da record, quasi esclusivamente italiano. Segno che Montalcino, come ribadisce il presidente del Consorzio, “ha un forte e riconosciuto appeal”. Gli ultimi mesi del 2020 hanno portato ad una vendemmia “ottima” ed a una lunga coda di riconoscimenti, sempre più prestigiosi, da parte della critica enoica italiana e internazionale: da James Suckling a Vinous di Antonio Galloni, da Wine Enthusiast a The Wine Advocate, con i due 100/100 di Monica Larner (Marroneto e Le Chiuse di Gianni Brunelli). Il tutto aspettando il Brunello 2016 che ha già strappato grandi elogi alla stampa di settore.

“Guardiamo con fiducia al futuro – conclude Bindocci – i riconoscimenti si stanno moltiplicando in tanti ambiti, non a caso abbiamo salutato con soddisfazione il ritorno della stella Michelin assegnata alla Sala dei Grappoli di Castello Banfi-Il Borgo. Ci auguriamo che il 2021, con l’arrivo del vaccino, possa segnare il ritorno alla normalità. Il Brunello di Montalcino è pronto a vivere un nuovo anno da protagonista”.