Un Brunello, un Rosso e i falafel, il gulash, l’asado e i ravioli cinesi: l’abbinamento “etnico perfetto” del sommelier Luca Martini tra le cucine del mondo e i vini di Montalcino

Amato e stappato in ogni angolo del pianeta, il Brunello è uno dei simboli e testimonial del made in Italy nel mondo. Ogni anno 7 bottiglie su 10 escono dall’Italia per raggiungere le tavole degli appassionati di tutti i Continenti, dagli Usa (mercato di riferimento) all’Europa, dal Sudamerica all’Asia. Popoli e culture diverse, con tradizioni enogastronomiche agli antipodi, ma con una passione in comune: l’amore per l’Italia, e per il Brunello di Montalcino. Ma c’è di più: perché guardando oltre ai soliti – grandi – piatti della tradizione del suo territorio e d’Italia, il celebre rosso è riuscito nel tempo a conquistare gusti e palati internazionali anche grazie ad abbinamenti “etnici perfetti” con le migliori cucine del mondo. Dai falafel al gulash, dall’asado ai ravioli cinesi, a dirlo è il sommelier campione del mondo, Luca Martini. La premessa? “Più i vini sono giovani, più sono versatili nell’abbinamento, perché possiamo giocarcela con le temperature. Se sono più vecchi, a quel punto serve stare attenti ad evitare che i piatti vengano coperti dal vino o viceversa. La bellezza del Rosso di Montalcino e la versatilità del Brunello stanno anche in una grande caratteristica: la vena acida che li contraddistingue per la grande bevibilità”.

Il Brunello, suggerisce Martini, “si abbina bene al gulash ungherese di carne di manzo, con un cetriolino per dare nota eterea al piatto. Oppure all’asado argentino, alla picanha brasiliana o al chili con carne messicano. Uno dei piatti che mi piace molto è un pesce stracotto, come un polpo al pomodoro o un baccalà, sempre al pomodoro”. Venendo al Rosso, il sommelier campione del mondo propone un abbinamento con i ravioli cinesi di carne, i falafel e il polpo a la gallega (o “alla galiziana”), polipo bollito ripassato alla piastra con paprika affumicata. “La nota affumicata lo fa assomigliare a un piatto di carne”, sottolinea Martini. Chiusura col Moscadello, il vino storico di Montalcino, da degustare con il foie gras e una confettura di prugne.

Un tour enogastronomico nelle tavole del mondo, dal calice al piatto andata e ritorno, possibile grazie ad un “ingrediente segreto”: pensare locale e agire globale, la filosofia che ha permesso al Brunello di conquistare il mondo, con vini che sanno essere allo stesso tempo local, portando con sé nel bicchiere un territorio unico, di quelli che tutti vorrebbero visitare almeno una volta nella vita, ma anche global, perché presenti in ogni angolo del pianeta.