Ismea: Brunello, Barolo ed il boom delle quotazioni alla produzione

“La qualità dell’annata 2010, considerata dagli esperti alla stregua di quella del 1997, sta ottenendo grandi riconoscimenti sul mercato nazionale ed estero, registrando ottime performance di crescita specialmente in Giappone. Il Barolo sta invece beneficiando di una forte spinta della domanda soprattutto statunitense, da sempre attenta ai grandi rossi certificati italiani”. A raccontare il  boom dei prezzi alla produzione di due tra le più importanti denominazioni enoiche del Belpaese, il Brunello di Montalcino ed il piemontese Barolo, l’Overview di questa settimana di Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agroalimentare.  “Già dallo scorso anno – ricorda Ismea – si erano avuti segnali positivi su questi due dei grandi rossi italiani, ma è con l’inizio del 2015, e quindi con l’ingresso sul mercato delle nuove annate, che si può parlare di exploit dei prezzi alla produzione”. A febbraio, precisa l’indagine di Ismea, il Barolo ha superato la la soglia dei 700 euro al quintale e “bisogna tornare indietro fino alla metà del 2007 per trovare numeri simili. I listini attuali sono più del doppio rispetto a quelli di cinque anni fa”. Situazione analoga per il Brunello di Montalcino. Il mese di febbraio, continua l’analisi, ci ha consegnato un valore medio all’origine di ben 880 euro al quintale, prezzo mai raggiunto negli ultimi dieci anni. Sarà la forte domanda estera – come ad esempio quella del Giappone che, dal confronto del dato cumulato dei primi undici mesi del 2014 rispetto al 2013, ha visto un +8% in volume di tutti i rossi Dop toscani – sarà la presenza sui mercati di tutto il mondo e sarà anche per la grande promozione che il Brunello ha fatto di sé negli ultimi anni, ma, certamente, il successo ed il conseguente impennarsi delle quotazioni di questa eccellenza toscana ha partecipato sì la domanda estera, va ascritto alla grande annata 2010 presente sul mercato. Secondo gli esperti l’attesa per questa produzione “è stata ripagata da una grandissima qualità delle bottiglie targate, appunto, 2010 che potrà essere annoverata negli annali dopo quella del 1997 e del 2001, portando il Vigneto Italia ad altissimi livelli”.