Il vino italiano deve essere più presente nei supermercati esteri mentre in quelli italiani, dove la produzione italiana occupa una bella porzione degli scaffali, dovrebbero esserci meno promozioni ed una maggiore e migliore comunicazione. Questo il diktat per l’anno 2015 della tavola rotonda di questa mattina nella sala Vivaldi del Palaexpo di Vinitaly, organizzata da VeronaFiere in collaborazione con Iri, su vino e grande distribuzione. Un modo per dialogare e per cercare di rivedere la leva promozionale e migliorare la comunicazione per il mercato a scaffale. Ad intervenire anche Enrico Viglierchio, vicepresidente del gruppo vini di Federvini e direttore generale di Castello Banfi. “Riportiamo i brand gradualmente fuori dalla morza promozionale che ha ormai ampiamente superato il suo livello “fisiologico” – ha spiegato Viglierchio – provocando un meccanismo allarmante: il consumatore non è invogliato a comprare nel modo regolare ma, sarà sempre propenso ad aspettare la promozione di turno danneggiando il brand e la percezione che il consumatore ne ha in modo forse irreversibile”. Come ovviare a questo problema? Viglierchio spiega la necessità che il prezzo venga gestito in modo da tutelare il valore del prodotto ed inserire dei contenuti finalizzati a comunicare, al consumatore, in modo efficace il valore del prodotto sotto tutti i punti di vista: culturale, economico e sociale.