Tra Brexit e Trump: gli scenari del Brunello di Montalcino

Il cammino verso la Brexit è partito ed il Regno Unito uscirà dal mercato unico europeo e dall’unione doganale. Negli Stati Uniti il presidente Donald Trump sembra deciso a puntare su un protezionismo economico e commerciale che minaccia dazi da capogiro. Ed i riflettori sono puntati su quali potranno essere le conseguenze per i prodotti del made in Italy, Brunello di Montalcino compreso, che riconoscono, alla “piazza” americana ed a quella inglese, un ruolo fondamentale per il proprio mercato. Esiste un vero allarme e bisogna tenere sotto controllo l’evolversi della situazione politica ma che, ad oggi, nulla è certo e fare previsioni è quasi impossibile. La MontalcinoNews, agenzia di comunicazione territoriale, si è confrontata con i tre vicepresidenti del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino (Andrea Machetti, Riccardo Talenti e Tommaso Cortonesi), sugli effetti che la politica a stelle e strisce e quella del Regno Unito potrebbero avere sull’export del “re” del Sangiovese, che vale il 70% della produzione (di cui il 30% in Usa e l’Inghilterra tra i maggiori importatori in Europa). “A livello nazionale, dalle associazioni di categoria – spiega Andrea Machetti, responsabile della commissione rapporti istituzionali e con i soci, alla MontalcinoNews – arrivano segnali calmi, che invitano alla riflessione ma che non creano allarmi eccessivi. Il Consorzio del Brunello, dal canto suo, continuerà a promuovere il marchio ed il nome del territorio in tutto il mondo ed a mandare input sulla qualità del made in Italy agroalimentare anche a questi due mercati. Quando sapremo, poi, cosa accadrà di preciso, ci muoveremo di conseguenza e sicuramente faremo forza sul Ministero dell’Agricoltura e su chi è preposto a “tutelare” l’intero comparto, per non far incrementare le tasse sui prodotti italiani. Il Brunello, che rappresenta uno dei poli più prestigiosi dell’agroalimentare del Belpaese sui mercati internazionali, e su quello americano e inglese in particolare, che sono importantissimi per noi ma non enormi, ha e dovrà avere sempre, qualsiasi scenario si prospetti, una comunicazione diretta con le associazioni di categoria e con i Ministeri dell’Economia e dell’Agricoltura in particolare”. A fare il quadro sull’aspetto economico che la conseguenza delle azioni politiche di Brexit e Trump è Riccardo Talenti, responsabile della commissione tecnica che racconta alla MontalcinoNews: “per ora siamo spettatori di una situazione che potrebbe evolvere. L’allarme arriva ma ancora non c’è nulla di concreto su cui lavorare, soprattutto a livello tecnico-agronomico. Se i mercati si chiuderanno davvero, potrebbero esserci delle conseguenze e delle flessioni per l’aspetto produttivo e commerciale del Brunello. Non ci scordiamo, però, che potrebbero esserci delle conseguenze negative anche per l’economia interna americana visto e considerato che molti imprenditori e molte attività commerciali degli Stati Uniti basano il loro lavoro sull’importazione dei prodotti europei ed in particolar modo quelli italiani, Brunello in primis: aumenterebbero le difficoltà di scambio e aumenterebbe anche la difficoltà per l’economia a stelle e strisce. Per quanto riguarda il Brunello, l’Inghilterra, poi, rappresenta un mercato importante dal punto di vista qualitativo ma quantitativamente non così influente da provocare grosse oscillazioni e “perdite” per il Brunello, al contrario di quanto potrebbe verificarsi sul mercato americano”. Tommaso Cortonesi, commissione promozione e valorizzazione parla di quanto sia difficile muoversi in questa situazione e quanto sia complesso anticipare quanto potrebbe accadere visto che “anche sui giornali economici e di settore, ogni giorno, vengono configurati scenari diversi che evolvono di ora in ora. Un dato però confortante per il Brunello c’è: se prendiamo in analisi i dati dello scorso anno sul mercato americano, ci accorgiamo che la vendita di vino in generale è in crescita del 5%, e l’attenzione è focalizzata sul vino ed in particolare sul Brunello di Montalcino, sia negli Stati Uniti sia in Inghilterra, e questo ci fa ben sperare. Negli anni, il lavoro che il Consorzio del Brunello ha fatto, è stato quello di cercare di fidelizzare i clienti e stiamo guadagnando spazio sugli scaffali di questi due paesi, sia in riferimento alla quantità sia, soprattutto, alla qualità e siamo fiduciosi in ragion del fatto che, solitamente, il mercato di alta gamma viene colpito meno rispetto a quello più “commerciale”, anche se si parla di un aumento di dazi addirittura del 100% che, comunque, un campanello di allarme lo accende e fa riflettere. L’azione del Consorzio del Brunello – prosegue Cortonesi – è sempre quella di comunicazione e valorizzazione dei nostri vini e, a prescindere da ciò che potrebbe succedere nei mercati americano ed inglese, l’obiettivo è quello di promuovere eventi dai forti contenuti che riescono ad accendere i riflettori sul Brunello e ad attrarre pubblico evitando di disperdere energie in iniziative minori che comunque impegnano in risorse umane ed economiche ma che non hanno un impatto importante a livello di promozione e valorizzazione. Alla base della forza della comunicazione che il Consorzio porta avanti, c’è comunque un prodotto, il Brunello, che parla da sé: alta qualità, esperienza e ottimo lavoro dei produttori che sono la forza motrice del nostro lavoro di promozione e valorizzazione. Per Montalcino, se i soci continueranno ad essere compatti e uniti nel portare avanti il nome del Brunello e del territorio, le conseguenze di eventuali chiusure, saranno comunque limitate”. Stando a quanto dichiarato alla Montalcinonews dai vicepresidenti del Consorzio del Brunello, le parole d’ordine, per questa fase, sembrano, dunque, prudenza e monitoraggio degli avvenimenti politici, in attesa che si faccia chiarezza su ciò che veramente accadrà.