G7, più trasparenza e risorse per le Indicazioni Geografiche con la “Dichiarazione di Bergamo”

Creare un sistema multilaterale efficace e semplice per proteggere le Indicazioni Geografiche, migliorare la trasparenza e la protezione delle Ig su Internet, approfondire le ricerche sul positivo contributo delle Indicazioni Geografiche alla sostenibilità economica e ambien­tale e al cambiamento climatico, dare più risorse finanziarie per la cooperazione internazionale destinate al rafforzamento delle Ig. Sono i quattro punti chiave inseriti nella Dichiarazione di Bergamo, documento firmato mercoledì scorso dalle più importanti organizzazioni delle Indicazioni Geografiche di tutto il mondo (quattro i continenti rappresentati: Africa, America, Asia e Europa) in occasione del G7 dei Ministri dell’agricoltura del 14-15 ottobre che si tiene nella città lombarda.

“Con la Dichiarazione di Bergamo si delineano le sfide decisive per tutelare e promuovere il nostro patrimonio agroalimentare, definendo anche nuovi strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale dei marchi geografici”, ha affermato il Ministro dell’agricoltura Maurizio Martina.

Presente all’incontro anche Giacomo Pondini, direttore del Consorzio del Brunello che è associato alla Federdoc, la Confederazione Nazionale dei Consorzi per la tutela delle denominazioni di origine. “A nome del Consorzio del Brunello ci stanno a cuore queste tematiche – ha spiegato Pondini alla Montalcinonews – ogni associazione è intervenuta spiegando i propri obiettivi e lo stato dell’arte. La Fao, per esempio, ha sottolineato le direttive mondiali riguardo alla produzione agricola. È stata un’occasione di confronto con altre realità, come l’Africa, dove il discorso delle Indicazioni Geografiche non è assimilato come da noi e può essere un volano di sviluppo”.

Dei quattro temi proposti, due in particolare sembrano interessare il mondo del vino: la trasparenza sul web e la sostenibilità. “La tutela su internet è uno strumento che consente l’accesso al mercato anche a tante piccole aziende, senza rischiare la contraffazione – ha commentato, come riporta WineNews, il presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro -. Evidentemente la strada intrapresa con gli accordi con le grandi piattaforme come Alibaba, Amazon e Ebay è ottima, ma nonostante si sia vinta la prima dura battaglia con ICANN (l’ente internazionale che gestisce la rete Internet) per il riconoscimento del diritto delle denominazioni dell’uso del nome in abbinamento al suffisso “.wine” e “.vin”, non dobbiamo dimenticare che la questione resta ancora aperta per il resto del sistema delle denominazioni. Non possiamo permettere che sia un solo ente a sé stante a decidere senza un controllo rispetto quelle che sono le necessità del mercato. La seconda priorità è quella della sostenibilità, e penso allo standard Equalitas. Una sostenibilità che non riguarda soltanto gli aspetti ambientali, ma anche la sostenibilità sociale e il corretto comportamento nei confronti sia di chi lavora, sia di chi vive nei territori. Una sostenibilità economica che comprenda anche il comportamento corretto di tutti gli attori sul mercato. Su questo passaggio ci giocheremo buona parte del successo futuro del nostro mondo. La denominazione di origine ha dimostrato di essere un elemento forte di riconoscibilità nel nostro prodotto di territorio, che ora deve puntare a una sostenibilità misurata e certificata. La “Dichiarazione di Bergamo dà la misura del movimento non solo economico ma anche di pensiero culturale che sta dietro alle denominazioni. Rappresenta territori e produttori che hanno nelle IG una chance di sviluppo, economico e sociale anche in aree altrimenti destinate all’abbandono o a situazioni di marginalità”.

Focus sulla Dichiarazione di Bergamo: i quattro punti chiave:

1 – Creazione di un sistema multilaterale di protezione delle Indicazioni Ge­ografiche efficace, semplice e trasparente per i produttori e i consumatori, sostenendo anche l’applicazione dell’Accordo di Lisbona del 1958 – rivisto con l’Atto di Ginevra del 2015 – per garantire una tutela multilivello alle IG.

2 – Miglioramento della trasparenza della “Internet governan­ce” con il coinvolgimento degli stakeholders per una efficace protezione del­le IG quale diritto di proprietà intellettuale, in parti­colare nella gestione da parte di ICANN del sistema assegnazione dei nomi di dominio di primo e di secondo livello; nell’utilizzo dei nomi delle IG nei portali di commercio elettronico e nei motori di ricerca.

3 – Approfondimento delle ricerche e degli studi riguardo il positivo contri­buto delle Indicazioni Geografiche alla sostenibilità economica e ambien­tale e al cambiamento climatico.

4 – Incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale destinate al rafforzamento delle IG attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nelle aree caratterizzate da sottosviluppo e conflitti, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei produttori dei Paesi più sviluppati.