Brunello e non solo: il “modello Montalcino” per creare valore aggiunto

Un modello lungimirante, al passo coi tempi, per creare valore aggiunto puntando su concetti quali condivisione, sostenibilità e biodiversità. È l’ambizioso progetto a cui mira Montalcino, uno dei territori più importanti nel mondo, terra fertile di intuizioni, visioni e scambi di vedute che in passato hanno creato le basi per il successo di oggi, e adesso puntano ancora più in alto mettendo in gioco gli attori principali: dall’amministrazione locale al Consorzio del Brunello, l’ente che tutela da oltre cinquant’anni la prestigiosa denominazione, fino alla sua emanazione culturale, la Fondazione Territoriale, nata nel 2016 su volontà dei produttori (ma aperta anche ai contributi esterni di altre attività economiche) con la missione di reinvestire a Montalcino parte dei profitti ottenuti dalla produzione e dalla vendita del Brunello, finanziando progetti di sviluppo del territorio su diversi fronti, dal turismo ai beni artistici e culturali, dal sociale all’integrazione, fino alla valorizzazione dei prodotti di un territorio che non è solo vino, ma anche tartufo, zafferano, miele, olio, grano, farro, formaggio…

Una biodiversità produttiva che insieme a quella paesaggistica e storico-culturale fa di Montalcino un territorio irripetibile, che da poco più di tre anni può vantarsi anche del riconoscimento di Distretto Rurale. Una situazione che pone le basi per un nuovo modello di sviluppo, lungimirante e innovativo, che sarà presentato nei giorni di Benvenuto Brunello 2020 (Montalcino, 21-14 febbraio) con lo slogan “sostieni la Fondazione, la Fondazione sostiene il territorio”.

Foto: Giuseppe Sanfilippo.