La natura più che i soldi, le origini più che le ambizioni, la famiglia più che la carriera. Quella di Lorenzo Turchi è una storia senza dubbio particolare. Uscito dall’Istituto Tecnico Agrario di Siena col titolo di perito agrario, per 36 anni ha lavorato in una grande azienda di Montalcino, settore risorse umane. Lì, a fianco di sua moglie, ha cresciuto le sue due figlie, lì è riuscito a far carriera. “Ma a un certo punto non mi riconoscevo più nella realtà in cui mi trovato – racconta Turchi – avevo smarrito il contatto con la campagna, non era più il mio modo di vedere l’agricoltura. Si perdevano le mie origini da fattore di una volta, con l’intento di seguire i vigneti in prima persona. Ho spiegato le mie ragioni, ho espresso il mio desiderio di ripartire, di seguire i valori della famiglia. Anche se mi è dispiaciuto, perché quell’azienda l’ho vista crescere”.
Così, un anno fa, Turchi e la sua famiglia si sono tuffati in una nuova esperienza. I 7.000 metri quadri, di cui 5.000 a Brunello, che già possedeva a Castelnuovo dell’Abate, si sono uniti al terreno di suo suocero Ofelio Cherubini, 1,5 ettari a Brunello nella zona storica, 400 metri in linea d’aria da Montalcino. E se prima l’uvaggio veniva venduto, adesso una parte sarà vinificata e imbottigliata con una propria etichetta. In invecchiamento c’è già la prima annata, la 2019. “Il nome non lo ho ancora deciso – spiega Turchi – ma mi piacerebbe “Poggio alle Forche”, il nome del luogo dove si trova la mia azienda a Castelnuovo dell’Abate. Il Brunello sarà un blend dei due vigneti: quello di Castelnuovo, che dà uvaggi strutturati, con tannini forti e con queste annate calde più prugnati, e quello di Montalcino, con acidità più alta e profumi freschi, floreali. Il metodo è quello classico, in botti di rovere”. Questa è la storia di Lorenzo Turchi, che insieme alla moglie Giuliana e alle figlie Catia e Giada, all’età di 56 anni, ha deciso di accettare una nuova sfida. Con la natura e la famiglia più vicine.