La storia de La Fuga, il gioiello delle Tenute Folonari

“Da quando siamo in Toscana, ormai da diverse generazioni, abbiamo sempre creduto che Montalcino fosse una delle zone più vocate e prestigiose a livello mondiale. Non solo come immagine, ma anche come potenzialità per fare vini unici, eleganti, con una forte identità. Avevamo già un’azienda di Brunello, Greppone Mazzi, ma è rimasta nel 2000 ai cugini al momento della divisione del gruppo”. A parlare è Giovanni Folonari, discendente di una famiglia di origini lombarde che ha fatto la storia del vino toscano con Ruffino, azienda pioniera nell’esportazione del Chianti nel mondo e ceduta al colosso americano Constellation Brands nel 2011. Giovanni, insieme al padre Ambrogio, si erano divisi dalla famiglia una decina di anni prima per fondare una società che porta il loro nome (Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari) e che mette insieme cinque aziende nelle zone strategiche della Toscana: Chianti Classico, Bolgheri, Montepulciano, Cinigiano e Montalcino, con La Fuga. “L’acquistammo tra il 2001 e il 2002 dopo due anni e mezzo di ricerca, era un ramo della grossa azienda di Camigliano – ricorda Giovanni Folonari – ci piacque moltissimo per la sua posizione, nella zona sud-ovest di Montalcino che guarda verso il mare. Un paesaggio bellissimo, un panorama a 360° di campagna, boschi e vigneti”.

Cambiamenti, negli anni, ne sono stati fatti diversi. A cominciare dalla cantina, posta sotto la casa colonica circondata da 5 ettari di oliveto e 10 di vigneto. “L’abbiamo rivoluzionata – spiega Giovanni – dal layout alle vasche di vinificazione, che erano alte e strette e quindi non adatte alla qualità del vino, fino all’istallazione dell’impianto di raffreddamento. Il vigneto principale, il più vecchio, di 5 ettari, è stato interamente ripiantato in tre momenti diversi”. 7,5 gli ettari iscritti a Brunello, 1 a Rosso di Montalcino e 1,5 a Igt Toscana, la cui uva però viene portata a Nozzole. Gli unici vini col marchio La Fuga sono quindi il Brunello (35.000 bottiglie), il Brunello Riserva (negli anni migliori, 6.000 bottiglie) e il Rosso di Montalcino (10.000 bottiglie).

Il primo mercato, curiosamente, è l’Italia, che vale oltre il 50%. “Una cosa anomala, lo so, perché è molto più facile vendere all’estero – commenta Giovanni Folonari – però in fondo siamo italiani, e il cliente che beve Brunello a New York deve poterlo trovare anche a Roma. Il nostro secondo Paese, con quasi il 30%, sono gli Usa, la rimanente parte viene venduta in tutto il mondo, principalmente Svizzera, Canada, Germania, Giappone”. Il Covid ha rallentato le vendite, con un calo intorno al 20%. “Siamo partiti benissimo, a gennaio e febbraio eravamo sopra al 20% rispetto all’anno precedente. Poi il crollo totale a marzo e aprile, una leggera ripresa a maggio e la ripartenza a luglio. Ci ha salvato l’estero: gli Usa hanno confermato gli ordini, altri Paesi hanno aumentato le vendite. E poi è cresciuta la distribuzione organizzata (Esselunga) e la vendita online, sia attraverso piattaforme specializzate che con il nostro sito web. Ma tutto ciò non è bastato a sopperire il crollo del settore Horeca. Speriamo che le cose possano ripartire. Sono dell’idea che la gente non smetterà mai di bere. Magari cambieranno i metodi di vendita, facendo arrivare il vino direttamente a casa del consumatore”. Oppure, facendo arrivare il consumatore direttamente in azienda. L’enoturismo è un tema caro a La Fuga, che ospita una villa di lusso con piscina e vista mozzafiato sul paesaggio toscano (dell’accoglienza se ne occupa la sorella maggiore, Francesca). “Negli ultimi anni abbiamo alzato la qualità – conclude Giovanni Folonari – perché il concetto è che se offriamo qualcosa in più abbiamo meno competizione”.