Paesaggi e Brunello: cinque Nobel per Montalcino

Montalcino, i paesaggi, le bellezze artistiche, la storia e il nettare, il Brunello, è un territorio magico, un luogo da sogno che in molti hanno celebrato. Personalità di spicco italiane e internazionali sono venute qui per omaggiare la città e le sue primizie. E tra questi molti i Premi Nobel che si sono avvicendati a Montalcino, hanno parlato del luogo e conservano la città e il Brunello nel cuore. Prima fra tutti Rita Levi Montalcini. Una scienziata, vita dedicata alla ricerca, Premio Nobel per la medicina nel 1986 e dal 1992 anche cittadina onoraria della città. “Decidemmo di donarle la cittadinanza onoraria – spiega Mauro Guerrini, l’ex sindaco di Montalcino che all’epoca le consegnò le chiavi della Città – quando
scoprimmo che il suo cognome derivava dal fatto che alcuni suoi avi vissero proprio qui”. La scienziata definì Montalcino “una città bellissima e piena di storia”. Ma anche Robert Cox Merton, Nobel per l’economia nel 1997, è venuto a Montalcino e qui, in una intervista a Castello Banfi dove affronta il tema degli strumenti finanziari utili per l’enologia italiana, dichiara che il suo vino preferito è proprio il Brunello. Ma è il racconto di Saul Bellow, Nobel per la letteratura nel 1976, a descrivere perfettamente la città e il suo nettare: “non ho mai avuto un debole per i panorami, ma la bellezza di una vista tanto ampia penetrò nella corazza della mia anima novecentesca, tanto ostile ai paesaggi … La voglia di Brunello, quella, non passa mai. Il desiderio torna alla stessa velocità con cui si riempie il bicchiere”.
“Montalcino, una città intatta, inalterata, pulita nelle forme, rimasta nel Medioevo. E la Fortezza è il simbolo della storia della città”. Così Dario Fo, Nobel per la letteratura nel 1997 e che a Montalcino, nel 1986, presenta uno spettacolo in Fortezza, descrive questo angolo di paradiso. Ma c’è anche Giosuè Carducci, Nobel per la letteratura nel 1906 che, in una lettera del 1886 alla contessa Ersilia Caetani Lovatelli, scrisse: “Mi tersi con il vin d’Argiano, il quale è buono tanto”.

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