È la vite il vero bene rifugio

La terra e la vite rappresentano sempre di più un bene rifugio e l’agricoltura si conferma un settore, in tempo di crisi, in controtendenza. Investire sul vino come “forma estetica”, passaggio mozzafiato e produzione ad alto valore aggiunto. Sono gli ingredienti di una ricetta che molti vorrebbero preparare e, in pochi, fortunati, riescono a realizzare: investire nelle terre del vino italiane e, quindi, anche a Montalcino. È Giampiero Cazzato che, per “Il Venerdì di Repubblica”, torna sull’argomento, “testimonia” ancora una volta che il vero bene rifugio, oggi, non è il mattone ma sono i vigneti che hanno raggiunto valori che Coldiretti definisce “stellari”, e stila una sorta di classifica delle quotazioni dei terreni dei vini pregiati. Un ettaro a Frascati (Roma), per esempio, vale 150.000 euro, 35 volte di più rispetto al valore che aveva nel 1966, anno in cui è stata riconosciuta la Doc; è la volta, poi, dei terreni di Montalcino, dove si produce il re dei Sangiovese, il Brunello. Qui un ettaro di terreno vale 380.000 euro. Nel lontano 1967. Il terreno più proibitivo risulta quello dove si produce il Nebbiolo a Barolo: per acquistare un ettaro di vigneto è necessario “sborsare” 800.000 euro.

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