“2015 Champion Red Wine Award” per Castello Romitorio

Castello RomitorioIl Brunello di Montalcino 2010 “Filo di Seta” di Castello Romitorio, la cantina del celebre artista Sandro Chia, entra nell’Olimpo del prestigioso “International Wine Challenge” n. 32, vincendo il “2015 Champion Red Wine Award”, il premio al miglior vino rosso del mondo, assegnato da uno dei concorsi internazionali più conosciuti e meticolosi nel metodo di giudizio (www.internationalwinechallenge.com).
Premio che è un “bis”, visto che la griffe dell’artista italiano, tra i massimi esponenti del movimento della “Transavanguardia”, le cui opere (ed i vini) sono apprezzate in tutto il mondo, si era già aggiudicato lo stesso titolo nel 2010, con il Brunello di Montalcino Riserva 2004 Castello Romitorio, che nasce in un atelier/cantina che prende il nome dall’antica fortezza del XII secolo, restaurata da Chia a partire dal 1984, dove tele e sculture si susseguono tra le botti per l’invecchiamento del vino (www.castelloromitorio.com). L’International Wine Challenge, la cui corposa giuria è formata in gran parte da Master of Wine, personalità che, nel mondo del vino, sono tra le più capaci di leggere ed influenzare il mercato, è un riconoscimento, dunque, che conferma sia la crescita enologica della tenuta di Sandro Chia, che la guida insieme al figlio Filippo, sia l’eccellenza raggiunta dai produttori più bravi con la vendemmia 2010 del Brunello di Montalcino, da molti definita come una delle più grandi di sempre.

Focus – Castello Romitorio di Sandro Chia a Montalcino
Castello Romitorio (www.castelloromitorio.com) prende il nome dalla massiccia fortezza del XII secolo che sorge su di una collina, nel quadrante nord-est di Montalcino, circondata da una fitta foresta di lecci. Il nome suggerisce come l’edificio, nella storia, sia stato una fortezza e poi un monastero, divenendo un luogo che è lontano nel tempo e nello spazio. Abbandonato negli anni ’50, Castello Romitorio conobbe l’inizio della sua rinascita nel 1984 quando l’artista Sandro Chia acquistò la proprietà dal suo amico barone Giorgio Franchetti.
Il restauro del castello ebbe inizio da subito, seguito dalla trasformazione delle sue terre incolte in vigneti e dalla costruzione di una magnifica cantina equipaggiata con le più avanzate tecnologie a disposizione sul mercato. Vent’anni dopo, nel 2006, l’azienda ha inaugurato la sua nuova cantina che oltre ad essere un luogo di produzione vitivinicola si mostra oggi come un luogo all’insegna dell’arte.
I terreni di Castello Romitorio sono localizzati in due dei migliori microclimi delle colline montalcinesi, con “Castello Romitorio” nel quadrante nord-ovest e “Poggio di Sopra” nel quadrante sud-est, per un totale di 184 ettari, dei quali 15 coltivati a vigneto (per una produzione intorno alle 200.000 bottiglie all’anno) e 4 ad oliveto. I primi vigneti di Sangiovese furono coltivati nel 1984 sulle pendici adiacenti il castello. Ciascuna barbatella fu accuratamente piantata utilizzando le più moderne tecnologie, per ottenere vigne forti con radici profonde, capaci di assorbire tutti i nutrimenti del terreno e sopravvivere al difficile clima dovuto anche all’altitudine. A quel tempo, l’aver piantato vigneti ad un altezza di 480 metri slm, sembrava essere una sfida ed una decisione a rischio. Oggi, anche a causa dell’innalzamento generale delle temperature, tale scelta si è rivelata saggia e capace di dar vita ad uve ricche di eleganza e finezza. La cantina è come un luogo bucolico, ove oggetti d’arte si fondono a naturali materiali di costruzione. Rocce monolitiche, estratte dai vigneti durante la loro lavorazione, rivestono le pareti esterne della cantina come se essa fosse sorta direttamente dalla terra.
In questo vero e proprio opificio dal sapore antico, Sandro Chia ha coniugato il suo amore per il vino con la passione della sua vita, l’arte, costituendo una sorta di atelier/cantina, dove le due arti finiscono per confondersi e tele e sculture si susseguono tra le botti per l’invecchiamento del vino. Si tratta come di una “replica” di quella antica genialità tutta toscana, scomposta e ardita allo stesso tempo, di quella atmosfera leonardesca dove Chia, proprio come il grande maestro rinascimentale, resta pittore, scultore, scrittore, architetto e produttore di vini, conciliando sapere e saper fare. Ma l’azienda conta anche sull’apporto dei figli dell’artista, soprattutto di quello di Filippo, che segue con dedizione e entusiasmo l’attività dal vigneto fino alla commercializzazione. Un altro contributo importante e inedito dell’arte ai vini di Castello Romitorio risiede poi nelle etichette. Vere e proprie opere d’arte in miniatura che l’artista disegna personalmente e che sono pensate per rendere effettivo il concetto di arte fruibile a tutti, proprio perché il suo messaggio si trova in un oggetto, la bottiglia, destinato ad un pubblico allargato.