Vendemmia 2015: le previsioni di Unione Italiana Vini

Tempo di vendemmia e tempo anche delle previsioni degli esperti. Per Unione Italiana Vini, il riferimento istituzionale del mondo vitivinicolo italiano, risulta essere fondamentale, per il buon esito della vendemmia 2015, l’andamento climatico delle prossime due settimane, periodo che può fare da spartiacque tra un’ottima annata ed una mediocre, sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. Al momento, comunque, fanno sapere, le condizioni sembrano confermare le attese di una ottimale maturazione e di una conseguente qualità al top. Entrando nello specifico della Toscana, l’andamento stagionale è stato praticamente opposto a quello del 2014, con un’insolazione assolutamente superiore e un’incidenza molto minore di piogge. A dimostrazione di quanto sia differenziato, in termini di microclimi, il quadro della viticoltura toscana può essere descritto in un vero e proprio calendario vegetativo per zone di produzione. Si sono registrati, ad esempio, anticipi di vegetazione sia lungo la zona costiera che in quelle interne come il Chianti Classico, mentre nella zona di Montalcino l’apertura delle gemme si è verificata con una settimana di ritardo, poi recuperato nelle fasi successive. In termini di quantità di uve, e quindi di vino, si prospettano produzioni superiori a quelle dello scorso anno in alcune aree del Livornese, come l’Elba, nella zona del Chianti Classico e del Brunello, mentre sul Chianti non si esclude una flessione dei volumi. Le condizioni del vigneto toscano restano al momento molto favorevoli anche dal punto di vista sanitario. La siccità del mese di luglio ha determinato problemi di stress idrico solo in isolate situazioni. Rimangono tuttavia alcune situazioni problematiche dovute sia alla carenza di acqua sia alle precipitazioni violente e temporalesche che hanno influito sullo stato fitosanitario o di maturazione delle uve. Come lo scorso anno la Toscana, per quanto riguarda la quantità, si distingue rispetto alla media nazionale. La vendemmia 2015, infatti, sembra presentarsi sostanzialmente in linea con quella 2014 che, al contrario del resto della Penisola, era stata comunque abbondante. Tale stabilità della produzione regionale, per la verità, è un risultato di compromesso tra una sommatoria di situazioni molto diversificate tra loro anche all’interno delle stesse province. Da considerare, inoltre, che la viticoltura toscana è prevalentemente ancora molto incentrata sul Sangiovese, vitigno tardivo, la cui raccolta inizierà nella seconda metà settembre.“Una produzione di vino a livello nazionale stimata attorno a 47 milioni di ettolitri, il 12% in più sui 42 milioni diffusi dall’Istat per il 2014 (lo scorso anno si è avuta una produzione particolarmente scarsa). La cautela è sempre d’obbligo quando si parla di previsioni, tanto più se si considera che il clima del mese di settembre sarà decisivo nel determinare una buona o un’ottima vendemmia soprattutto per la qualità dei grandi rossi. Se questi dati fossero confermati, l’Italia riguadagnerebbe la leadership mondiale tra i Paesi produttori, visto che la Francia prevede 46,5 milioni di ettolitri (-1% su base annua) e la Spagna 43 milioni (-3%)”. Parole di Domenico Zonin, presidente Uiv-Unione Italiana Vini, sui risultati della ricognizione operata tra la fine di agosto e la prima decade di settembre sul territorio nazionale da Uiv e Ismea con la collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole, presentati oggi in Franciacorta alla cantina Cà del Bosco.