I giudizi de L’Espresso: “un Brunello autentico”

“La prima impressione è quella di un Brunello autentico. Ed è un vero piacere per chi ama questo vino e questo territorio in cui si cominciano a distinguere sempre con maggior nettezza rispetto ad un passato, nemmeno troppo lontano, le differenze di annate, di zone, di sottozone. Insomma, una maggiore corrispondenza tra territorio, clima, annata ed il vino che assaggiamo nel calice. Ci piace molto perché ci sembra che la maturità e la consapevolezza dei produttori siano arrivate al punto di non sentire più il bisogno di “addomesticare”, sia pure con mezzi assolutamente corretti e leciti, il vino, e riescano a fornire una proposta più autentica e schietta al mondo. È sempre più importante  in un mercato globalizzato avere una faccia, una “razza”, un’origine da rivendicare nel mondo”. Così, ai microfoni della MontalcinoNews, Antonio Paolini, in questi giorni, con il team di La Guida de L’Espresso, al Consorzio del Brunello a Montalcino, per i consueti assaggi. “Per il Brunello 2011 – prosegue Paolini – se dobbiamo dare un consiglio è quello di berlo. È un vino pronto, forse più facile da capire per coloro che non conoscono questa Denominazione. Potrebbe essere un magnifico ticket per avvicinarsi al Brunello. Sempre che i produttori facciano anche un’altra cosa che va fatta: cominciare a differenziare i prezzi tra le varie annate. Se il 2010 è stata un’annata splendida, e lo dicono tutti, deve esser fatta pagare di più, mentre per il 2011, vendemmia quotata di meno, il prezzo dovrebbe essere più contenuto. Per quanto riguarda la degustazione della Riserva 2010 che andremo a breve ad affrontare, ci aspettiamo che entrino in campo e siano pronte quando “l’allenatore le chiama dalla panchina”. A parte gli scherzi – conclude Antonio Paolini – le Riserve, o sono di un’annata eccezionale e possono dare spunti davvero ottimi o risultano essere deludenti”.