A.Vi.To. “La nostra uva a caprioli e cinghiali? No, Grazie!”

“A pochi mesi dall’approvazione in Consiglio Regionale di una specifica Legge Obiettivo, il problema degli ungulati è ancora drammaticamente in piedi. Continuano come prima infatti, tutte le problematiche relative ai danni alle colture e in particolare ai vigneti, e talvolta gli effetti della sovrappopolazione degli ungulati si avvertono persino nel rapporto con la popolazione”. Così, in una nota stampa, A.Vi.To., l’Associazione Vini Toscani Dop e Igp, ha dichiarato all’indomani dell’incontro con l’assessore Marco Remaschi, voluto per capire a che punto fosse l’applicazione della legge sul contenimento degli ungulati.
“La legge obiettivo – continua la nota stampa – è sicuramente una buona legge. Ora va necessariamente concretizzata.
La suddivisione tra aree vocate e aree non vocate va rapidamente definita, così come vanno decisi i rispettivi campi di azione di tutti i soggetti coinvolti. Ed infine vanno semplificati i passaggi burocratici per rendere efficaci le misure previste dalla legge, oggi troppo lunghe e farraginose.
Se vogliamo che questa legge funzioni è necessario che ciascuno faccia un piccolo passo indietro, rinunciando ad un po’ delle cose a cui è interessato per dar corpo ad accordi che consentano di fare un decisivo passo in avanti per contrastare efficacemente il fenomeno.
Gli agricoltori sono i primi a riconoscere la ricchezza per l’ambiente e per la biodiversità rappresentata dalla fauna selvatica, tuttavia non sono disponibili a sopportare ulteriormente danni al patrimonio produttivo che rischiano di creare serissimi problemi ad un comparto che già deve fare i conti con un mercato difficile. Non sono neppure disponibili a considerare le nostre campagne, che devono essere invece aperte e vissute, un campo di battaglia dove perfino l’incolumità fisica potrebbe non essere garantita.
Invitiamo quindi l’Amministrazione Regionale a dispiegare tutto quanto è nelle proprie possibilità per dare le prime ed urgenti risposte al problema.
Invitiamo anche tutti i soggetti coinvolti, associazioni venatorie, associazioni ambientaliste ed associazioni professionali agricole, a ricomporre un fronte unico per tutelare e valorizzare un segmento fondamentale del nostro patrimonio produttivo ed ambientale, stimolando le loro intelligenze e creatività per formulare, per il medio e lungo periodo, proposte compatibili con un sano equilibrio ambientale.
La Toscana – conclude la nota stampa – tutta, non solo la filiera vitivinicola, ha bisogno di un sostegno forte, univoco ed unitario per mantenere il proprio appeal e non veder svilito il suo patrimonio produttivo ed ambientale in nome di piccoli interessi di parte che, seppur legittimi, devono invece trovare una sintesi per il bene comune della nostra società”.