L’azienda metalmeccanica, gli Usa, il Brunello: la storia de Le Ragnaie

Dalla lavorazione di metalli ai vigneti di Brunello. La storia di Riccardo Campinoti, contitolare de Le Ragnaie, azienda agricola di Montalcino che si estende su 28 ettari di terreno tra uliveti e vigneti dislocati in tre distinte microzone, inizia nel 1997, a 23 anni, quando l’azienda metalmeccanica di famiglia, la Pramac, apre una filiale negli Usa, ad Atlanta. Riccardo vola oltreoceano, ci resta per cinque anni e conosce Jennifer, che diventerà poi sua moglie. Nasce lì un primo legame con gli States, oggi mercato di riferimento per il Brunello.

Nel 2002 Campinoti molla tutto e si dedica alla passione che coltiva sin da bambino: il vino. Rileva da una famiglia di Montalcino un’azienda composta da Le Ragnaie, nella zona centrale del paese dove si trovano i vigneti più elevati di tutto il comprensorio, e Pietroso, lungo la strada di Scarnacuoia, a ridosso della cittadina. Poco dopo si aggiungono tre piccoli vigneti a Castelnuovo dell’Abate, mentre nel 2014 è la volta di un terreno a Montosoli. In tutto sono circa 20 ettari di vigneto, dei quali 6 a Brunello e 4 a Rosso di Montalcino.

“Quando ho iniziato – dice Riccardo – non avevo nessun tipo di esperienza, ero semplicemente un appassionato. È stata dura, ma siamo stati bravi e fortunati, puntando su vini tradizionali e rispettosi del territorio, a ritagliarci un nostro spazio”. Oggi Le Ragnaie, oltre all’olio per consumo personale o quasi, produce circa 100.000 bottiglie, delle quali 40.000 di Brunello attraverso quattro etichette espressione dei tre diversi terroir (uno studio, quello sui cru, cominciato nel 2007 insieme all’enologo Maurizio Castelli), ma in quasi vent’anni di cose ne sono cambiate. “Abbiamo investito molto, dai vigneti alla cantina, fino alla ristrutturazione dell’agriturismo, che era già presente. Forse è stato il primo agriturismo di Montalcino”.

Dal 2005 l’azienda è bio. “Prima toccava fare trattamenti con tute e maschere, sembrava quasi di andare in guerra!”, scherza Campinoti. “Ho iniziato a leggere, ad informarmi. Sono passato direttamente dal convenzionale al biodinamico, poi dopo tre anni ho perso la vocazione e siamo rimasti col biologico. Prestiamo attenzione alla fertilità del suolo, alla biodiversità. Vigne sane danno uva sana”. L’attenzione, però, è rivolta anche al territorio. Le Ragnaie ha finanziato la riqualificazione della Pieve di San Pietro a Pava, sito archeologico tra Torrenieri e San Giovanni d’Asso, ed è socio fondatore della Fondazione Territoriale del Brunello, ente benefico emanazione del Consorzio nato per reinvestire gli utili del grande rosso nella crescita del territorio.