Cuore green e la forza della gioventù: Le Ripi, tutto il bello del Brunello nel modello vincente di Francesco Illy

L’energia e l’entusiasmo della gioventù, una mentalità vincente in costante viaggio verso nuovi orizzonti di eccellenza, la bellezza incontaminata e mozzafiato che rende tutto ancora più speciale. Le Ripi è un’azienda moderna che investe nel talento e nelle idee. Acquistata nel 1997 da Francesco Illy in poco tempo la proprietà ha costruito, dal nulla, un diamante scintillante. “Quando fu rilevata – spiega Sebastian Nasello, enologo e amministratore delegato de Le Ripi – era un podere con le pecore. I vigneti non esistevano, ogni anno fu portata avanti una fase di impianto. Francesco decise di investire sulla produzione vinicola e oggi contiamo 33 ettari vitati in due versanti a Castelnuovo dell’Abate e nella zona di Galampio”. Gli ettari complessivi ammontano a circa 150 e comprendono una zona boschiva, oliveti e tanto verde. Il contesto in cui ci si immerge ad occhi aperti è quello di un paradiso naturale dove la natura trionfa.

L’ubicazione dei vigneti in due versanti con caratteristiche diverse rappresenta uno dei punti di forza de Le Ripi. “Castelnuovo dell’Abate è una zona più tradizionale mentre a Galampio, che si trova nella parte ovest, è un’oasi incontaminata e selvaggia dove trionfa la biodiversità. Andiamo avanti con la filosofia del “single vineyeard” che ci consente di dare ai nostri vini una espressione specifica delle zone di provenienza”. La crescita è stata costante, frutto di investimenti, progetti ambiziosi e decisamente interessanti. Come la cantina inaugurata nel 2016, un edificio a spirale molto particolare e suggestivo. Nonostante sia un’azienda con poco più di 20 anni di storia, Le Ripi ha già dei tratti distintivi che vanno a costituire una identità ben precisa. “Da noi lavorano circa 25 ragazzi – continua Nasello – l’età media è di soli 27 anni, siamo un team giovane e crediamo sia un punto di forza. E poi dal 2011 abbiamo sposato l’agricoltura biodinamica e adesso siamo l’azienda più grande a Montalcino ad andare in questa direzione”. E poi le famose vigne bonsai – un’idea di Francesco Illy – da cui si produce un Igt che nasce dal vigneto con la maggior densità di piante per ettaro al mondo.

La produzione si attesta intorno alle 80.000 bottiglie complessive (tra Brunello di Montalcino, Rosso ed Igt), il 70% è destinato all’export con Stati Uniti e Danimarca che sono i primi Paesi di riferimento. Le Ripi ha puntato su tre “cru” divisi per versante, due a Castelnuovo dell’Abate e uno nella parte ovest dove nasce anche il Rosso di Montalcino. Una zona, quest’ultima, spiega Nasello, “che dal punto di vista enologico continueremo a studiare. Tra i nostri progetti c’è anche un vino bianco affinato in ancora, un orange wine. Crediamo molto nell’accoglienza e nel valorizzare tutto il potenziale polivalente di Montalcino, da qui nasce anche l’idea del nostro orto biodinamico dove sono presenti alcune specie di animali. Siamo cresciuti molto, vogliamo continuare così”.

Sebastian Nasello è entrato a Le Ripi nel 2012 e insieme all’agronomo Alessandro Riccò ha dato inizio ad un nuovo e importante ciclo. Un’azienda dal “cuore green” e dalla forte personalità che si rispecchia nel suo fondatore. “Podere Le Ripi iniziò come un sogno – sottolinea Francesco Illy – il sogno di creare qualcosa di estremamente bello. Con il tempo questo “qualcosa” è diventato non solo bello ma anche salutare e sostenibile. Conseguentemente abbiamo capito che questo modello così eticamente positivo potrà essere replicato nella società per influenzarla positivamente nel lungo periodo”.