Dalla Brianza a Montalcino, per produrre Brunello in un angolo di meraviglia. La storia di Paradisone – Colle degli Angeli

Un’idea nata quasi all’improvviso, senza un vero progetto, oltre trent’anni fa. Un’idea nata da un’amicizia, quella che lega la famiglia brianzola Locati con il suo medico di allora, Ermete, che acquistò un podere sul versante nord-est della collina di Montalcino, l’attuale azienda Bucine. “Trovami qualcosa da comprare”, disse Giancarlo Locati, il padre di famiglia, e l’occasione capitò quando si seppe che due contadini, Piero e Concetta, avevano messo in vendita la loro azienda, Paradisone. Così, nel 1988, Giancarlo e i figli Attilio e Laura decisero di cimentarsi nella nuova sfida: produrre vino in un comprensorio che di lì a poco si sarebbe trasformato in uno dei territori enoici più prestigiosi al mondo.

Preziosi all’inizio i consigli dei Pacenti, vicini e viticoltori da generazioni, fondamentali in seguito la collaborazione con Carlo Corsi, di fatto il riferimento della famiglia Locati, l’enologo Federico Donini e il dottore in agraria Donato Bagnulo. “Ho iniziato a lavorare al Paradisone – Colle degli Angeli (il secondo nome è stato aggiunto dai Locati, ndr) quando sono andato in pensione, nel 2006, dopo aver fatto l’infermiere all’ospedale di Montalcino”, racconta Carlo Corsi.

L’azienda oggi conta 2 ettari vitati dei quali 0,8 a Brunello, 0,2 a Merlot e il restante ettaro a Rosso di Montalcino, “di cui gran parte è stata reimpiantata quest’anno – continua Corsi – produciamo circa 5-6.000 bottiglie annue di Brunello e abbiamo anche il Rosso, un Igt che è un blend di Sangiovese (70%) e Merlot (30%) e poi un Melot in purezza e la Grappa di Brunello, entrambi chiamati “Gianca” in memoria di Giancarlo Locati”. L’export ricopre la quasi totalità delle vendite. “Mio fratello Attilio, che purtroppo è venuto a mancare lo scorso anno, aveva stretto rapporti commerciali con Belgio, Canada, Stati Uniti e Francia – spiega Laura Locati – ora me ne occupo io e continuo a seguire e a servire questi Paesi”.

L’etimologia del nome dell’azienda, Paradisone, potrebbe derivare dal fatto di trovarsi in un vero e proprio paradiso. “Credo sia un’ipotesi molto verosimile – conclude Corsi – sia per la tranquillità che per il panorama, che spazia dalla Valdichiana alla Valdorcia, da Asciano a Siena. D’inverno si vede l’appennino con le vette innevate, uno spettacolo”. Questo paesaggio, probabilmente, può aiutare a comprendere le continue ed estenuanti corse da Monza a Montalcino che faceva Attilio Locati e la passione, irrazionale per definizione, messa dalla famiglia. Una passione che a volte ti fa toccare il paradiso, pardon, il Paradisone.