Passato e presente si incontrano in un mix vincente: La Rasina, cuore bio, Brunello e biodiversità

Essere agricoltori da generazioni significa avere nel cuore e nella mente la forza della tradizione e l’umiltà necessaria per raggiungere un obiettivo. Ma sarebbe troppo semplice fermarsi qui. Perché essere legati alla campagna da anni testimonia amore per quello che si produce ma anche capacità di adattarsi ai tempi che cambiano. A tutto questo Marco Mantengoli, proprietario dell’azienda agricola La Rasina, ci mette l’entusiasmo e la curiosità dei giovani vignaioli, un punto di forza di Montalcino, e quella cura per il dettaglio che è qualcosa di inesauribile. La Rasina nasce negli anni Settanta grazie a Santi Mantengoli e per mezzo secolo ha vissuto e preso parte ai cambiamenti che hanno “rivoluzionato” Montalcino, un territorio che in pochi decenni è diventato uno dei più importanti al mondo nella produzione di vino. “Siamo una delle prime famiglie di coltivatori diretti nella provincia di Siena – commenta Marco Mantengoli – sì, la nostra evoluzione ha seguito quella di Montalcino ma abbiamo sempre cercato di mantenere la multi-produttività che ci ha contraddistinto sin dagli inizi”.

A partire dalla seconda metà degli anni ’80 l’azienda, con Vasco Mantengoli, si approcciò all’attività vitivinicola. Un passaggio importante che si accentuò ulteriormente dal 1988 grazie anche a mirati investimenti, tanto in vigneto che in cantina. Dal 1997 la conduzione è nelle mani di Marco Mantengoli, enotecnico, che unisce le sue idee e la tecnologia attuale alla tradizionale e decennale esperienza paterna. Ma con un aspetto fondamentale ed immutabile: la centralità della famiglia. “Siamo passati dalle 2.000 bottiglie iniziali alle 60.000 attuali, l’aspetto familiare lo abbiamo mantenuto anche nel prodotto stesso”. Ne sono un esempio lampante il Brunello di Montalcino Riserva “Il DiVasco”, che ha origine da un singolo e selezionato vigneto e che è un omaggio a colui che lo ha voluto e cresciuto: Vasco Mantengoli. Oppure il Brunello di Montalcino “cru”, il “Persante” che ha esordito quest’anno con l’annata 2015 e il Rosso di Montalcino “Ines”, prodotto nelle annate migliori e dedicato alla nonna di Marco, una donna con una forza e dei valori di acciaio.

La Rasina si trova nel versante nord della collina di Montalcino e si estende su 50 ettari complessivi, 15 di questi sono vitati (8 a Brunello, 1,5 a Rosso il resto è Igt, viene coltivato esclusivamente il Sangiovese) e poi ci sono quasi mille olivi e il resto a cereali e seminativo. “Ci affacciamo sulla Valdorcia – continua Mantengoli – che ha i suoi colori, la sua cultura e le sue colture: è fondamentale il mantenimento del territorio anche sul piano visivo e culturale”. La produzione complessiva si attesta intorno alle 60.000 bottiglie, il 70-75% è destinato all’export con Stati Uniti, Singapore e Taiwan che rappresentano mercati importanti. Un canale significativo arriva anche dalla vendita diretta, l’azienda è un corpo unico e ingloba anche un agriturismo di proprietà in stile leopoldino capace di accogliere fino a nove persone.

“Siamo biologici certificati – commenta Marco Mantengoli – il rispetto della terra può portare soltanto benefici. Credo di essere entrato nel biologico al momento giusto dopo aver fatto le mie ricerche ed i miei studi. L’obiettivo è quello di arrivare al massimo della bontà e della qualità del prodotto”. L’attenzione per l’ambiente è data anche dalla presenza di un impianto fotovoltaico da 15 kw e dalla passione per prodotti che Mantengoli considera di straordinaria importanza come l’olio extra vergine di oliva. “Tra gli obiettivi per il futuro c’è quello di valorizzarlo in tutti gli aspetti perché lo merita. Nell’immediato invece vorrei avere più spazi in cantina”. Team giovane e “snello”, biodiversità, idee chiare e la forza del passato che si unisce ad una mentalità pronta a vincere le sfide della contemporaneità e del domani. Un cocktail vincente per un futuro che ha premesse importanti.