Parla Fabrizio Bindocci: “la fine della mia presidenza, il futuro del Consorzio del Brunello di Montalcino”

“Benvenuto Brunello” (dal 19 al 22 febbraio 2016) ormai dietro l’angolo, un mandato quasi in scadenza, tante progetti e tanti eventi ancora in programma. Fabrizio Bindocci, Presidente uscente del Consorzio del Brunello di Montalcino, come racconta a cronachedigusto.it, vuole chiudere “alla grande” questi tre anni del secondo mandato.
Un’edizione, quella di Benvenuto Brunello, speciale perché come spiega Bindocci “avrà una location eccezionale a Montalcino, come i locali di Sant’Agostino ed i due chiostri della casa di riposo, appena ristrutturati”. Ai banchi di assaggio, saranno protagonisti il Brunello 2011 e la Riserva 2010: “Si corre – dice metaforicamente Bindocci – con due grandi cavalli. In più ci sarà l’anteprima 2015, un’annata straordinaria, che arriva dopo due annate zoppicanti come la 2013 e la 2014 ed è paragonabile per grandezza alla 2010 e alla 2012”.
Per Bindocci, però, è tempo di tirare le somme di questa esperienza e spiega: “Come tutte le cose belle era destinata a finire e devo dire che sono davvero dispiaciuto. Ma ritengo sia giusto che ci sia un ricambio generazionale. Occorre che arrivino persone motivate con nuove idee e portino una ventata di freschezza all’interno del Consorzio. È stata un’esperienza meravigliosa, impegnativa, che però mi ha permesso di conoscere tante belle persone. Abbiamo fatto tante cose belle, ma mi riservo qualche ultimo colpo da qui a maggio, quando scadrà il mio mandato”. Proprio a maggio ci sarà la cerimonia di passaggio delle consegne e i soci del Consorzio potranno votare in base al loro “peso, nel senso che ognuno ha a disposizione tanti voti in base alle dimensioni del vigneto e alle bottiglie prodotte. Ci sarà una rosa di candidati su cui scegliere, ma ancora la lista dei nomi è top secret.
Il Brunello di Montalcino, però, continua a inanellare un successo dietro l’altro, soprattutto nel mercato americano: “Il nostro segreto? – dice Bindocci – Sappiamo fare squadra. Tutti camminiamo nella stessa direzione, di attenzione alla qualità, al territorio ed alla comunicazione”.
Ed i numeri sono importanti: oltre 9 milioni le bottiglie prodotte lo scorso anni di Brunello, 4,5 milioni quelle di Rosso. “In questo mio mandato abbiamo anche affrontato la delicata questione della modifica del disciplinare – spiega il Presidente – con la rimozione del limite dell’altitudine a 400 metri, l’inserimento dell’irrigazione di soccorso e il blocco dei nuovi vigneti”. Sono più di 2.100 gli ettari destinati alla produzione di Brunello, 520 per il Rosso e 250 i soci del consorzio, ormai vera icona del vino toscano. “Un ettaro qui – prosegue Bindocci – in media costa 500 mila euro. Diamo lavoro a oltre 4 mila persone, un fatturato di 160 milioni di euro, 30 milioni dall’indotto. Stiamo attraversando una fase positiva grazie anche al cambio generazionale che stanno vivendo molte aziende socie, perché i ragazzi hanno voglia di dimostrare che sono bravi ed hanno un approccio diverso, soprattutto con i compratori esteri. Hanno una marcia in più”.
Parentesi finale dedicato al cosiddetto “Consorzio dei consorzi”, un mega consorzio dei vini toscani per sfondare nel mercato estero: “Non è utopia. Al 90% lo Statuto è pronto. Dobbiamo solo definirlo ed andare dal notaio a firmarlo” conclude Bindocci.