Pericolo ungulati: Coldiretti porta cinghiali in piazza

Un danno per le colture della Toscana, per le vigne di Brunello a Montalcino ma anche un vero e grande pericolo per gli automobilisti che viaggiano nelle strade di campagna. Sono gli ungulati che, con la loro crescita esorbitante negli ultimi anni, sono divenuti una vera e propria piaga sociale. E, a smuovere le coscienze e l’opinione pubblica ci hanno pensato due piccoli cinghiali portati per la prima volta in Piazza Duomo, a Firenze, tra i turisti increduli: è questa l’immagine simbolo della manifestazione degli agricoltori Coldiretti per alzare il livello dell’attenzione sull’emergenza dell’“invasione degli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi e animali allevati, causano incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno delle città con pericoli concreti per gli agricoltori ed i cittadini”. “Noi seminiamo i cinghiali distruggono” e #riprendiamociilterritorio, si legge negli striscioni e nei cartelli. “Nel giro di dieci anni i cinghiali sono raddoppiati, superando il numero record di un milione e mettendo a rischio non solo le produzioni made in Italy e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita degli automobilisti, con ben 18 morti e 145 feriti causati nel 2015 da incidenti stradali provocati dagli animali”, denuncia la Coldiretti dalla capitale della Toscana, scelta come teatro della manifestazione anche perchè Regione più colpita dal fenomeno. “Dal 2005 – sottolinea la Coldiretti – il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600.000 esemplari a oltre un milione nel 2015. Un vero e proprio esercito che assedia oggi le campagne italiane con attacchi quotidiani alle colture, radendo al suolo campi di grano, mais, orzo, ma anche le produzioni tipiche, dalle castagne al farro, delle mele all’uva che gli agricoltori hanno salvato in questi anni dall’estinzione per poi rischiare di vederle sparire a causa della pressione dei selvatici. Ma accanto ai cinghiali si intensificano su tutto il territorio nazionale – rileva Coldiretti – gli attacchi degli altri animali, dalle nutrie agli storni, dai daini ai caprioli, fino ai mufloni, per danni alle produzioni che nel 2015 hanno raggiunto complessivamente i 100 milioni di euro. Un problema che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole, soprattutto nelle aree interne, ma anche l’assetto idrogeologico e lo stesso ecosistema, sconvolto dalla presenza eccessiva dei selvatici ormai fuori controllo, senza dimenticare le preoccupazioni sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati”. “Una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali”, ha affermato a Firenze il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “a rischio non c’è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza nelle aree rurali e periurbane è in pericolo”. Lo dimostrano i numeri sugli incidenti stradali. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Aasps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) nel 2015 si sono registrati 214 episodi gravi di sinistri con animali dove hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite. E intanto si moltiplicano gli avvistamenti di cinghiali a spasso nelle aree periferiche ma anche negli stessi centri delle città, tanto da essere arrivati persino a Roma, nella Capitale”. Per contrastare tutto questo, dunque, la Coldiretti chiede “una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. L’obiettivo dell’attività agricola e di allevamento – conclude la Coldiretti – non è, infatti, ottenere risarcimenti (che peraltro non coprono oggi che una piccola parte del danno, senza tenere in considerazione la perdita di quote di mercato né il valore del prodotto trasformato), ma fare impresa, producendo per i cittadini e non per animali selvatici e predatori”.