Fondazione Banfi presenta il progetto “Sanguis Jovis”

La Fondazione Banfi ha presentato “Sanguis Jovis, Alta Scuola del sangiovese”, un progetto ambizioso che si pone come obiettivo quello di creare un centro permanente di studio e divulgazione sul Sangiovese nella sua patria più nobile, Montalcino, per studiare e diffondere ancora di più le conoscenze di quello che è il vitigno più coltivato d’Italia. Il primo evento, intitolato “Summer School”, si terrà dal 25 al 29 settembre e sarà aperto a 20 partecipanti di cui 10 studenti neolaureati in maniera gratuita grazie alle borse di studio, e 10 professionisti del settore. Le iscrizioni, che scadono il 18 agosto, sono disponibili al seguente link: https://fondazionebanfi.it/it/). “Non è possibile che in un Paese come l’Italia non ci sia un centro culturale dedicato al Sangiovese” – commenta su WineNews Rodolfo Maralli, presidente della Fondazione (che è una realtà autonoma rispetto a Banfi). “In Francia, per esempio, ce ne sono dedicati al Merlot e ad altri vitigni. Adesso, con un investimento importante, vogliamo colmare questo vuoto”. L’ambizione del progetto si può vedere dall’autorevolezza delle figure poste al vertice: Attilio Scienza, docente di viticoltura all’Università di Milano; Alberto Mattiacci, docente di economia e marketing alla Sapienza di Roma, rispettivamente presidente e direttore di Sanguis Jovis. “Vogliamo che ci sia un travaso di conoscenze teoriche e pratiche e quindi l’incontro tra chi è appena uscito dall’Università e chi lavora ogni giorno nel settore” – spiega il professor Attilio Scienza. “La mattina ci saranno lezioni teoriche, il pomeriggio lezioni pratiche, e alla sera si chiuderà la giornata con una discussione guidata dai tutor sui temi affrontanti”. La prima edizione avrà confini nazionali e il tema sarà quello dei profili del Sangiovese, ma in futuro il progetto è di aprirsi ad una platea internazionale e oltre alla Summer School arriverà anche una Winter School. “L’obiettivo di tutto questo – aggiunge Scienza – è quello di formare dei nuovi profeti del Sangiovese, nel senso di persone che conoscano a fondo la materia, in maniera completa e multidisciplinare”. Il Sangiovese è un vitigno che ha viaggiato. In Corsica si chiama Nelluccio ed è usato per i rosati, in Puglia c’è il Sussumaniello, in Calabria il Gaglioppo, nell’Etna il Nerello. “Si tratta di un vitigno difficile – continua Scienza – incapace di dare buoni risultati fuori dal suo habitat più vocato. Gli esperimenti in Australia e in California hanno dato risultati piuttosto deludenti. Solo in Toscana riesce a dare il meglio di se stesso. In altre parole il suo comportamento è opposto a quello, per esempio, del Cabernet, che ormai non ha più identità territoriale in Francia. Insomma, il Sangiovese ha le sue radici in Toscana, e lì resteranno. Ed è anche per questo che Montalcino deve diventare il centro culturale del Sangiovese nel mondo”.