Lambardi, dal podere Canalicchio di Sotto una storia di passione e valori sotto l’insegna del Brunello

Qui si respira la storia e i valori di un territorio e della famiglia. Benvenuti nel mondo della cantina Lambardi, piccola ma importante realtà di Montalcino che brilla nel versante nord est della collina in zona Canalicchio, una delle più pregiate del territorio. Qui, infatti, il microclima fresco favorisce una maturazione ottimale, lenta e graduale, sviluppando aromi nobili ed eleganti nel vino. La storia dell’azienda è una storia di lavoro, fatica, passione e sacrifici. Tutti ingredienti che con il tempo hanno portato a risultati considerevoli: gli sforzi sono stati meritatamente ripagati. Tutto nasce nel 1965 quando i Lambardi, famiglia contadina, riescono finalmente ad acquistare il piccolo podere denominato “Canalicchio di Sotto”.  In quegli anni era una Montalcino molto diversa da quella di oggi, il vino era un interesse ancora limitato e perlopiù ad uso e consumo familiare. Ma c’era anche chi aveva già previsto il futuro con lungimiranza e una visione a lungo termine: come quei 25 produttori, tra cui Sabatino Gorelli e Silvano Lambardi (il nonno e il babbo di Maurizio Lambardi che oggi guida l’azienda) che riconoscendo le grandi potenzialità del Brunello crearono un ente che tutelasse la produzione enoica del territorio. Fu così che nacque il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino il 28 aprile 1967 e Lambardi fu da subito tra i protagonisti con il primo Brunello prodotto nel 1973 in 500 bottiglie. Al tempo c’era solo una piccola botte da 4 ettolitri e una minuscola cantina che comprendeva una piccola stanza ricavata sotto l’abitazione… Ma era solo una prima tappa perché la crescita dell’azienda non si è più fermata prima con Silvano Lambardi e Sabatino Gorelli, fino all’inizio degli anni ’80, e poi con Maurizio che dopo la morte del nonno e del padre nel 1987 prende le redini della cantina.

L’azienda si “rivoluziona”, nel 1993 arriva la nuova cantina che prende il posto della stalla dei vitelli. Gli ettari di vigna aumentano e dalla necessità di incrementare la capacità di vinificazione e di invecchiamento vengono effettuati investimenti in vasche in acciaio e in nuove botti di legno. Nel 2018 continuano gli ampliamenti con la realizzazione di una nuova bottaia (per un totale di 230 ettolitri) per migliorare la qualità dei vini a cui si aggiunge una stanza di stoccaggio delle bottiglie completamente climatizzata.

Oggi l’azienda si estende su una superficie di 24 ettari complessivi di cui 7 a vigneto, 2 ettari ad oliveto e la restante parte a seminativo. Dal Sangiovese nascono il Brunello di Montalcino e il Rosso di Montalcino mentre grazie al mezzo ettaro di uva a bacca bianca (malvasia trebbiano e sauvignon) si produce anche il Sant’Antimo. I vigneti dell’azienda, composti da quattro appezzamenti con un età media di 25 anni, sono esposti a nord-est con un’altitudine di circa 300 metri sul livello del mare. I terreni hanno una spiccata componente argillosa, sono molto ricchi di elementi nutritivi e impiantati con una bassa densità di viti per ettaro oltre che allevati in cordone speronato. Proprio quest’anno, con l’obiettivo di raggiungere una migliore esposizione ai raggi solari, è stata impiantata una nuova vigna che andrà a sostituire un vecchio impianto. Il vino nasce dal lavoro prezioso che viene dedicato alla cura del vigneto: le operazioni di potatura, selezione dei germogli, pulitura del verde e diradamento sono gestite esclusivamente e mano. Due anni fa è stato acquistato un dispositivo per la selezione delle uve che permette all’azienda di separare le parti verdi (foglie, pezzi di raspi, vinaccioli, uva non matura) per migliorare ancora la qualità dei mosti da fermentare.

La vinificazione è rigorosamente tradizionale: macerazione prolungata sulle bucce, utilizzo di lieviti selezionati per esaltare le uve, follature per favorire l’estrazione degli antociani, tannini e loro precursori. Un ruolo importante è giocato dalle temperature: nei primi giorni viene effettuata una pre-macerazione a freddo (5-8 C°) per poi alzare progressivamente la temperatura fino a 30-31 C° favorendo l’estrazione dei profumi e del colore. I vini sono invecchiati in botti medie di rovere di Slavonia e francese Allier con capacità di 20-30-50 ettolitri: il Rosso di Montalcino invecchia per circa un anno, il Brunello di Montalcino per circa 3 anni. La produzione si attesta intorno alle 15.000-20.000 bottiglie tra Brunello e Rosso di Montalcino a cui si aggiungono le 1.000 bottiglie per il Sant’Antimo Bianco. Il mercato di riferimento è quello degli Usa. “Non ci possiamo mai fermare – dice Maurizio Lambardi – il mondo ci fa concorrenza e non dobbiamo farsi trovare impreparati. È importante investire nella tecnologia non tralasciando le tradizioni. Il Sangiovese, vitigno bellissimo, ma molto difficile, è un po’ come uno sgabello a tre gambe: territorio, lavoro e impegno. I tre elementi devono essere presenti tutti insieme altrimenti, mancante di un appoggio, lo sgabello non può reggersi. Al “Canalicchio” si lavora per trovare il giusto equilibrio: tutte le annate sono una sfida… ma a me piacciono le sfide!”