Turismo: Montalcino microcosmo perfetto

Vino, ma anche miele, zafferano, tartufi  e delizie localioltre a un territorio in grado di offrire storia, cultura e natura, incluso nel Patrimonio Unesco della Val d’Orcia. Da sempre sinonimo di Brunello, Montalcino è anche un’oasi di biodiversità dove i piaceri del palato partono dal calice e vanno fino al piatto, grazie a una produzione agroalimentare orientata verso la qualità, passando per le tante opportunità di approfondimento culturale e la possibilità di vivere esperienze all’aria aperta in un comprensorio di 29mila ettari, di cui solo il 15% è coperto da vigne, la metà da boschi, il 10% da oliveti e la restante parte da seminativo, pascoli e altre piantagioni. Tra le coltivazioni storiche c’è quella dello zafferano, presente in Val d’Orcia fin dal XVI secolo, poi abbandonato e riscoperto negli ultimi decenni. Una coltura dalle rese bassissime – circa 150 fiori per 1 grammo di zafferano –, la cui raccolta segue di poco quella del Sangiovese, nel periodo tra ottobre e novembre. Dall’’oro rosso’ all’’oro giallo’, Montalcino è anche un punto di riferimento nazionale per la produzione di miele, con varietà che vanno dalle più tradizionali come acacia, millefiori, girasole e castagno, alle più ricercate come tiglio, sulla, trifoglio, lupinella e nelle annate più fortunate l’erica e il corbezzolo, veri e propri ‘cru’ montalcinesi.

E in prima linea per la produzione di miele ci sono proprio i viticoltori, che nella maggior parte dei casi affiancano le arnie alle vigne, in un territorio in cui l’orientamento verso un’agricoltura green rappresenta un trend in crescita con oltre il 25% delle imprese agricole certificate biologiche o biodinamiche e una drastica riduzione dei fitofarmaci da parte di tutte le altre. Importanti anche le produzioni di olio d’oliva, farro e formaggio, in particolare pecorino, con esempi di aziende che scelgono la sostenibilità attraverso filiere controllate e a km zero. Tra i gioielli della terra, anche il tartufo bianco delle crete senesi, uno dei più pregiati d’Italia, la cui crescita è strettamente connessa alla presenza di boschi e a un paesaggio pressoché intatto e selvaggio.

Enogastronomia quindi, ma anche numerose attrazioni di tipo storico e culturale, a partire dall’offerta dei musei montalcinesi come il Museo Civico e Diocesano di Montalcino, che custodisce la più vasta collezione europea di ceramiche altomedievali, fondi oro e affreschi dei principali artisti senesi dal ‘300 in poi, bibbie miniate e tanto altro ancora. Ci sono inoltre i musei fondati dalle stesse cantine, come il Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello e quello della Bottiglia e del Vetro del Castello di Poggio alle Mura.

Tra i monumenti di maggior interesse, oltre al borgo con la sua Fortezza e gli edifici medievali, c’è l’abbazia benedettina di Sant’Antimo, splendido esempio di stile romanico dell’inizio del XII secolo, le cui origini secondo la leggenda risalirebbero addirittura all’epoca di Carlo Magno. Per gli amanti della natura infine, una vasta rete di sentieri trekking per attraversare i paesaggi della Val d’Orcia a piedi, a cavallo o in bici, anche elettrica. Sono gli asset di un microcosmo perfetto, in cui il vino e il brand Brunello fanno da leva per un’offerta estremamente variegata e completa, apprezzata da visitatori nazionali e internazionali.

Foto di Francesco Belviso