Il Brunello a Poggio Il Castellare tra armonia, storia e biodiversità

Il vino, qui, è veramente storia di famiglia e passione che non conosce confini. Dalla Toscana fino alla Georgia, sempre all’insegna della qualità, del rispetto delle tradizioni e del territorio, con un amore ed un entusiasmo che si rinnovano giorno dopo giorno. Tenute Toscane, brillante realtà guidata da Bruna Baroncini e dal nipote Samuele Baroncini, con l’acquisto di Poggio Il Castellare a Montalcino, realizzò un sogno. Quello di produrre il Brunello, “il re dei rossi”. “Provengo da una famiglia che si occupa e produce vino da più generazioni – spiega Bruna Baroncini -. Arrivo a Montalcino nel 1998, dopo aver fatto esperienze in varie parti della Toscana dove ho altri vigneti, sempre e soprattutto vinificando il Sangiovese. La mia vita va di pari passo al mio viaggio del Sangiovese in Toscana, vitigno che mi stupisce sempre per la diversità di espressione a seconda della terra toscana dove cresce”.

Bruna Baroncini con intelligenza, lavoro e scelte mirate, costruisce qualcosa di bello ed importante e trova importanti “alleati” nella sua strada, i migliori che ci possano essere: la famiglia. “Da qualche anno tutta la famiglia mi segue in questo mio viaggio: mia madre, novantenne, che non smette di regalare perle di esperienza e saggezza; il mio compagno, prezioso per la sua esperienza di vita aziendale e organizzativa; mio nipote Samuele che da qualche anno mi affianca in azienda. Anche lui appassionato e che dimostra di aver già preso la mania di famiglia: fare i vignaioli in Toscana e soprattutto a Montalcino, dove abbiamo messo forti radici per il nostro futuro”.

Poggio Il Castellare conta quaranta ettari complessivi di terra di cui sette dedicati a vigneto, due a tartufaia, un po’ di bosco ma ricco di erbe officinali, e la restante parte a seminativo. A Poggio Il Castellare la tutela delle biodiversità, ricchezza straordinaria ed unica di Montalcino, è di casa. La tenuta, pronta “per accogliere altri vigneti”, regala un importante colpo d’occhio, sulla sommità della collina sorge infatti un antico borgo circondato tutto attorno da una raggiera di vigneti, “a girapoggio, come si dice a Montalcino”, sottolinea Bruna. Vigneti che abbracciano il gruppo di casolari che comprendono le cantine, le dimore e i luoghi di accoglienza per i visitatori. Sono 24.000 le bottiglie di Brunello di Montalcino prodotte, 15.000 quelle di Rosso di Montalcino, 6.000 di Igt. Anche a Poggio Il Castellare domina la quota export con Usa, Germania, Danimarca, Giappone, Olanda, Svizzera e Canada come primi Paesi di riferimento.

La filosofia aziendale mira alla tutela della tradizione e punterà sul biologico così come sulla valorizzazione di tutte le eccellenze di Montalcino che nascono in un territorio straordinario come quello della Valdorcia patrimonio Unesco. Una filosofia, spiega Bruna Baroncini, che vuole “salvaguardare la tipicità del Brunello cercando di esaltare il frutto e i profumi, affinando il vino solo in parte nelle barriques prediligendo invece botti più grandi proprio per mantenere la tipicità e la piccantezza del Sangiovese grosso”. In futuro Poggio Il Castellare punterà sempre di più ad affiancare alla produzione di vino altre attività legate all’accoglienza e alla scoperta “dei prodotti di questa meravigliosa terra: ortaggi, prodotti del bosco, tartufi, erbe selvatiche, ricette antiche, formaggi e prodotti fatti con grani antichi: per questo – conclude Bruna Baroncini – continueremo ad investire sul territorio per vivere e far vivere a chi ci viene a trovare l’armonia e l’unicità di questi luoghi”.