Acquisizioni straniere: pericolo o occasione?

Esiste un fenomeno in Italia, in forte aumento negli ultimi anni, che coinvolge i territori del vino d’eccellenza, di cui Montalcino è il simbolo: si tratta delle acquisizioni di terreni e rilevamenti di aziende e cantine, anche molto quotate sul mercato, da parte di grandi aziende multinazionali straniere che, sempre di più, scelgono di investire in maniera cospicua, sul marchio made in Italy e sulle eccellenze enoiche del Belpaese.
Un fenomeno – che si espande su tutta la Penisola e che coinvolge, anche in patria di Brunello, sia i grandi marchi che le piccole cantine – e che, inevitabilmente ha delle ripercussioni sui territori, come Montalcino, in cui esso si fa più sentire e che deve essere analizzato nel dettaglio per capire le ripercussioni e gli impatti che può avere nel futuro del Made in Italy. Come è vero che, in un mondo fatto di contaminazioni, sarebbe insensato ritenere una minaccia la fusione culturale che avviene continuamente in ogni ambito è, quindi, inevitabile che ciò avvenga anche nel settore agroalimentare, è altrettanto vero che, per territori e prodotti di eccellenza come quello di Montalcino, è essenziale non perder di vista l’identità territoriale, fatta di storia e cultura, caratteristica fondamentale per cui il Brunello è apprezzato, conosciuto e ricercato in tutto il mondo.
Il pericolo si presenta se, ad investire sono acquirenti che, alla ricerca di profitti facili e veloci, puntano su marchi di eccellenza, conosciuti e già forti sul mercato, che decidono di non investire e vigilare sulla qualità, identità e unicità del prodotto. Ed è proprio per scongiurare questo pericolo che è necessario che i territori interessati da questo fenomeno concentrino le proprie energie, attraverso anche i Consorzi di tutela, sulla preservazione, la valorizzazione e la comunicazione dei tratti che rendono tipiche e inconfondibili le produzioni vitivinicole come quella di Montalcino e del suo Brunello.