“The Collector’s Sale” di Hong Kong: Brunello 1955 Riserva Biondi Santi cresce all’incanto con Gelardini & Romani Wine Auction

“Siamo estremamente soddisfatti di come sta maturando il mercato per i vini Italiani qui a Hong Kong ed in Mainland China ci sono brand che godono già di una buona fama e che potrebbero avere nel breve un forte apprezzamento sul mercato
secondario come, Sassicaia, Biondi Santi, Monfortino, Le Pergole Torte, Gaja e Giacosa. Altri, che in questo mercato ci hanno già messo la faccia e stanno raccogliendo i frutti. Pensiamo non solo al Masseto o al Fiorano Boncompagni Ludovisi – che sono le vere star del momento – ma anche al Messorio, al Tignanello Antinori, al Barolo Cannubi Damilano, all’Oreno di Sette Ponti, al Chianti Riserva “Il Poggio del Castello di Monsanto, solo per fare alcuni esempi. Mentre vediamo al palo da quasi 2 anni Solaia ed Ornellaia, assieme ai nostri due grandi Amaroni, Quintarelli e Dal Forno, il cui potenziale, in particolare di questi ultimi, è a nostro avviso ancora in gran parte inespresso”. Così Raimondo Romani, della casa d’aste Gelardini & Romani Wine Auction, la prima casa d’aste specializzata in vini italiani, a WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, all’indomani della “The Collector’s Sale”, l’asta andata in scena ad Honk Kong e che ha raccolto nel complesso, oltre 530.000 dollari, il 104% del valore di partenza del catalogo.
Tra i lotto, anche 3 bottiglie di Brunello di Montalcino Tenuta Greppo Biondi Santi Riserva 1955 (ricolmate), battute a 3.571,42, con un incremento del 47% sulla base d’asta.
Altra tendenza interessante, secondo Romani, è che “lasciando la “stratosfera” vediamo con piacere crescere sempre di più il numero di etichette italiane che vengono ricercate dai collezionisti qui in Asia. Quando arrivammo ad Hong Kong, nel 2011, per il collezionista medio, in Italia non c’era nulla di interessante al di fuori di una lista di una trentina di etichette (lista che coincideva con le etichette da noi classificate Grand Cru in base ai risultati d’asta). Oggi invece sono sempre più frequenti le incursioni fuori dai soliti confini di Toscana, Piemonte e Veneto”.
Insomma,un trend che fa ben sperare con la speranza che la crescita del vino italiano nel mercato asiatico dei collezionisti faccia da traino anche per il successo del Belpaese enoico tra i consumatori “quotidiani”.