“Bestiario umano”, il nuovo libro del produttore di Brunello Luigi Ananìa. Nove racconti sul rapporto uomo-animali, alcuni ambientati nella sua azienda La Torre a Montalcino

Si chiama “Bestiario umano. Storie e riflessioni sugli esseri viventi” (Edizioni DeriveApprodi) il nuovo libro scritto da Luigi Ananìa, scrittore e produttore di Brunello con l’azienda La Torre, assieme allo psichiatra e psicoterapeuta Nicola Boccianti e la partecipazione di uno street artist, Hitnes ne illustra la pubblicazione. “Sono nove racconti che hanno per protagonisti delle persone famose, di cui non faccio il nome, in cui ho trovato delle similarità con gli animali – racconta Ananìa – un altro tema, approfondito anche dalla parte saggistica di Boccianti, è la relazione tra umani e non umani. Anche se abbiamo finito il libro prima della pandemia direi che è un tema molto attuale. Il virus, nel momento in cui entra nella cellula, diventa un essere vivente. Non è più l’uomo che domina, che controlla tutto. Deve porsi in altro modo considerando che è dentro, e non fuori, la natura”.

Ogni racconto parte da episodi reali vissuti in prima persona da Luigi Ananìa e alcuni sono ambientati all’azienda La Torre, nella zona sud di Montalcino, avviata nel 1976 dal padre Giuseppe, agricoltore calabrese emigrato a Roma nel secondo Dopoguerra per dare un futuro migliore ai propri figli. “Mio padre aveva boschi e un allevamento di bovini in Sila – racconta Luigi Ananìa – a lui piaceva lavorare in agricoltura ma lo vedeva come un mondo che stava finendo. Il suo sogno era che noi diventassimo professionisti mantenendo al tempo stesso un pezzo di terra, da coltivare per hobby. Si spiega così l’acquisto del podere a Montalcino. Ma il vino non può essere un hobby, ti ci devi dedicare con tutto te stesso. Così, dopo la laurea in Agraria a Firenze con tanto di tesi sul Brunello, mi sono convinto a fare il viticoltore”.

Vino e scrittura, per Ananìa, sono sempre andati di pari passo. Tra i diversi volumi pubblicati troviamo un libro che raccoglie le interviste di calabresi emigrati nel Secondo Dopoguerra a Buenos Aires e alla Fiat di Torino e un altro di racconti sul vino, “Confesso che ho bevuto”, dove il tema di fondo è che il vino viene preso come pretesto per parlare di altro. Adesso l’ultima fatica, “Bestiario Umano”, dove “c’è il discorso dell’ambiente, del relazionarsi con le altre specie – conclude il produttore di Brunello – non parla del mondo vegetale, ma sullo sfondo c’è la bellezza del creato, e quindi anche del paesaggio”. E il riferimento non può non andare alle meravigliose colline di Montalcino, immersa nella Val d’Orcia patrimonio Unesco.